“A soul with no footprint”, l’album di Miriam Foresti che racconta Nick Drake

 “A soul with no footprint”, l’originale concept jazz di Miriam Foresti, ruota intorno alla figura del cantautore e chitarrista inglese Nick Drake, indagandone il tormentato percorso biografico osservandolo dal punto di vista della madre Molly, nella quale Miriam si identifica con anima e voce.

“A soul with no footprint”, Miriam Foresti

Comunicato – Un concept per raccontare la vicenda biografica di Nick Drake, vista attraverso lo sguardo della madre Molly. È questa la singolare prospettiva intorno alla quale si sviluppa A soul with no footprint, il secondo album della cantautrice Miriam Foresti pubblicato per Isola Tobia Label e disponibile sul sito web dell’etichetta – anche in copia fisica – e nei principali digital stores. Il flusso musicale di questa suite si snoda lungo 9 tracce che vanno ascoltate l’una di seguito all’altra, per cogliere il percorso tormentato dell’esistenza di Drake, cantautore e chitarrista inglese prematuramente scomparso. Non a caso, il titolo del disco, preso da un verso della sua canzone Time Has Told Me, è stato scelto perché considerato rappresentativo dell’essenza del suo personaggio: “un’anima che non lascia impronte” sia nel senso di “invisibile” per via del suo talento non riconosciuto per come meritava mentre era vivo, sia nell’accezione di “pura”, che cioè non si piega a essere rinchiusa in forme imposte dagli altri. Ed è proprio il brano strumentale No footprints – l’unico a non essere di Drake, insieme alla canzone I know a place, della quale Miriam è autrice – fa da ideale cerniera nell’ascolto, segnando una fase di cambiamento e di passaggio tra due momenti diversi della vita dell’artista. Leitmotiv dell’intero album è invece Black Eyed Dog, la cui melodia è accennata alla fine di ogni brano, come una voce lontana che diventa sempre più forte a simboleggiare la morte che lentamente si avvicina, in un climax culminante nell’omonima traccia, per poi distendersi nell’eterea Voices. Fondamentale nello svolgimento della trama musicale è anche la canzone Poor Mum, dalla quale ha avuto origine tutto il progetto discografico, con le struggenti parole di Molly Drake cantate da Miriam Foresti per esprimere il sentimento di impotenza di una madre che non riesce ad aiutare il figlio malato. Il messaggio del concept è inoltre veicolato dagli arrangiamenti jazz, i quali donano una veste rinnovata ai brani di Drake, senza tuttavia snaturarli nella loro originalità vintage. In questo senso hanno avuto un ruolo importante, contribuendo alla costruzione sonora della tracklist, i musicisti della scena jazzistica del nord est italiano Alan Malusà Magno, Gianpaolo Rinaldi, Alessandro Turchet ed Emanuel Donadelli. L’obiettivo è quello di far compiere un viaggio intimo all’ascoltatore, che nella storia dell’artista inglese potrà perfino ritrovare sé stesso e sentirsi meno solo ed emarginato nelle situazioni di difficoltà. Nonostante tutto, alla fine del disco prevale comunque un’idea di speranza e di salvezza. Pur se la vita terrena di Nick Drake è stata breve, la sua musica gli ha di fatto consegnato l’immortalità.

 Miriam Foresti descrive com’è nato e quali sono le caratteristiche del suo progetto: “La prima volta che ho ascoltato Nick Drake è stato per puro caso. Mi è capitato tra le mani un cd che non riportava alcuna scritta, non conoscevo i titoli dei brani né tantomeno interpreti e autori, ma ascoltavo a ripetizione la traccia numero 9. Ero stregata da quella voce tanto flebile quanto magnetica: era Nick Drake che cantava la sua Saturday Sun, ultima traccia del suo primo album Five Leaves Left. Negli anni a seguire ho consumato i suoi dischi, immaginando che un giorno avrei in qualche modo reso omaggio a questo artista così profondo e sincero che arriva dritto al cuore in un modo che ancora oggi non riesco a spiegare. Quando poi ho scoperto che sua madre, Molly Drake, fosse a sua volta autrice di meravigliose canzoni in cui traspare tutto il dramma di non poter salvare il figlio dal suo destino, ho sentito di dover raccontare la loro storia. Di qui l’idea di una suite composta principalmente da brani di Drake eseguiti in un ordine tale che mi permettesse di portare avanti la narrazione. A soul with no footprint è un racconto tutto d’un fiato, nel quale gli arrangiamenti e l’improvvisazione si fondono e si mettono al servizio delle parole, per travolgere chi ascolta con la potenza evocativa della musica e dei versi di Nick Drake: un’occasione per fermare il tempo e mettersi in ascolto, per dialogare con quella parte di noi che tendiamo a nascondere, il nostro lato oscuro, per lasciarsi cullare dalla bellezza e abbandonarsi alle emozioni”.

Miriam Foresti è nata a Roma, ma cresciuta musicalmente a L’Aquila, dove si è diplomata in  Canto Jazz al Conservatorio Alfredo Casella, conseguendo successivamente la specializzazione al Conservatorio Jacopo Tomadini di Udine, città nella quale si è nel frattempo trasferita.

Muove i primi passi professionistici nel 2007, entrando nel cast del musical Jekyll & Hide, con protagonisti Giò Di Tonno e Simona Molinari e la produzione del Teatro Stabile d’Abruzzo. Fino al 2013 fa parte del Phonema Gospel Choir e nel corso di questa esperienza collabora con Mario Biondi. Dal 2010 è una delle componenti di Amazin’ Gospel, quartetto vocale femminile gospel/soul. È invece del 2011 la collaborazione con Grazia Di Michele e l’Orchestra Sinfonica Abruzzese in tour con Viaggio sinfonico attraverso la canzone. È stata inoltre voce solista negli spettacoli Sciuscià ed altre storie e Un incontro tra Cinema e Teatro di e con Davide Cavuti e Michele Placido. Nel 2012 è protagonista di Frigoriferi. Una storia vera, musical di Luciano Di Giandomenico, curandone anche l’adattamento del libretto e la scrittura delle liriche insieme a Federica Ferrauto, Marco Rotilio e Augusto Marra.

Nel 2013 è finalista del concorso nazionale Premio Pigro, omaggio a Ivan Graziani, e nel 2014 è voce solista in L’ultima madre – Destini nel tango, recital con Giovanni Greco e Sara Cecala tenutosi all’Auditorium del Parco de L’Aquila. Dal 2016 è membro di Udine Jazz Collective.

Nel 2018 esce Il giardino segreto, il suo primo disco di brani originali dei quali è autrice (testi, musica e arrangiamenti). L’album, che coniuga l’amore di sempre per folk, blues e jazz con un pop contemporaneo e raffinato, dalle sonorità mai scontate, è stato registrato alla Casa del Jazz di Roma e pubblicato dall’etichetta Isola Tobia Label.

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Ascolto e vendita su iTunes, Amazon, Spotify.
www.miriamforesti.it