Al MANN la mostra “Thalassa, meraviglie sommerse del Mediterraneo”

Nel Salone della Meridiana del Museo Archeologico Nazionale di Napoli fino al 9 marzo 2020 sarà ospitata la mostra “Thalassa, meraviglie sommerse del Mediterraneo”.

di Elisabetta Corsi

Il viaggio inizia varcando una porta che assomiglia alle colonne d’ercole.

L’esposizione vuole essere una summa di quanto svelato dalla disciplina dell’archeologia subacquea dal 1950 fino ad oggi, raccogliendo circa quattrocento reperti.

 Il centro simbolico dell’esposizione è l’Atlante Farnese, capolavoro marmoreo del II secolo dopo cristo.

Il percorso di visita con particolarissimi artifici allestitivi e giochi di luce, segue le costellazioni rappresentate nella parte superiore della scultura, assecondando, in una rotta artistica tra passato e presente, il modus dei naviganti antichi che orientavano il proprio viaggio seguendo il cielo.

Filo conduttore di questo itinerario è la scoperta del Mediterraneo che era interpretato, sin dai tempi più antichi con diverse accezioni: cultura, economia, società, religiosità, natura e paesaggio.

Dopo una grande mappa in 3D che ripropone le meraviglie dei fondali del Mediterraneo grazie alle nuove tecnologie, sono nove le sezioni in cui si articola la mostra: tesori sommersi; i primi passi dell’Archeologia Subacquea; Relitti; Vita di bordo; Navigazione, mito e sacro; il mare, via dei commerci; il mare e le sue risorse; bellezza ed otium ed infine Acque profonde.

Il percorso si completa, nella stazione Neapolis del MANN, dove si trova un focus di approfondimento sul porto antico di Napoli, svelato durante gli scavi della metropolitana in Piazza Municipio.

La mostra inizia con una selezione di sei opere che sono per pregio i più importanti ritrovamenti subacquei avvenuti nel Mediterraneo. Il fascino di questi capolavori è enfatizzato dal ritrovamento del tutto casuale. Es. la Testa di Amazzone oppure il controrostro di una nave romana, trovato nel porto di Genova a fine Cinquecento.

La secondo sezione contiene una parte didattica, che racconta la storia dell’archeologia subacquea accanto al materiale documentari. In mostra oltre sessanta opere, che riguardano i principali recuperi avvenuti nelle acque del Tirreno.

Nella terza parte riguardante i relitti, troviamo reperti provenienti dal Museo Archeologico di Atene, in particolare il relitto di Antikythera, prima imbarcazione rinvenuta ad inizio Novecento;

Nella quarta parte si vedranno diversi oggetti di bordo, che ci permettono di dare uno sguardo sulla vita quotidiana dei naviganti antichi; Sono venti i reperti che raccontano quanto leggenda e religiosità siano legate al mondo del mare: tra i capolavori in mostra, il famoso “Cratere con Naufragio”. Spiccano anche i manufatti provenienti dall’isola di Vivara. Es. una giara cananea, che attesta rapporti con l’oriente.

Riguardo al commercio, c’è una sezione di circa quaranta reperti, tra cui utensili per la preparazione e conservazione del cibo. es. anfore per il trasporto di olio, vino e garum;

Nelle sezione dedicata al mare e le sue risorse, vi sono trenta reperti, che raccontano quanto il mare fosse fonte di sostentamento per le antiche popolazioni. es. vi sono strumenti per la pesca provenienti da Pompei, Ercolano e Pantelleria.

Il Mare Nostrum è raccontato anche attraverso i luoghi dell’otium, grazie alle sculture ritrovate sui fondali della Grotta Azzurra; ai tempi il paesaggio costiero non era soltanto armonizzato con le strutture architettoniche della villeggiatura ma era anche fonte di ispirazione.

La mostra si conclude con una camera immersiva: al visitatore, grazie alle nuove tecnologie, è offerta la possibilità di immergersi con gli archeologi e gli esperti dediti agli scavi subacquei. Vi sono spettacolari filmati girati ad oltre 600 metri di profondità che permettono di ammirare i relitti, ritrovati in vari luoghi simbolo del Mediterraneo.

Nella sala “Stazione Neapolis” vi sono esposti i reperti del porto antico di Napoli, partendo dalla prima fase degli scavi, agli inizi degli anni Duemila, fino agli ultimi ritrovamenti tra il 2014 e il 2015. Tra questi vi sono tre importanti e singolari reperti lignei: una splendida ancora di oltre 2 metri e mezzo, un remo ed un albero, residui delle imbarcazioni che attraccavano nell’antico porto cittadino.

I prezzi per la mostra sono di 18 euro per l’intero, mentre il ridotto è di 13 euro per i clienti Snav e ridotto speciale 9 euro per i possessori di Campania ArteCard.

Per maggiori informazioni: www.museoarcheologiconapoli.it

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