Nel Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli fino al 10 maggio 2020 sarà presente la mostra “Santiago Calatrava. Nella luce di Napoli”, del noto architetto, ingegnere, pittore, scultore, disegnatore e artista a tutto tondo. Sono quattrocento le opere esposte tra sculture, disegni, maquette.

La mostra a Capodimonte è divisa tra il secondo piano del Museo e l’edificio del Cellaio nel Real Bosco. Il titolo rappresenta l’amore dell’artista per la città, culla e porto del Mediterraneo, crocevia di culture e civiltà differenti.
Un’esposizione curata dal direttore del Museo di Capodimonte Sylvain Bellenger e Robertina Calatrava, moglie dell’artista, e sostenuta dalla Regione Campania grazie ai fondi europei POC Programma Operativo Complementare 2014-2020, organizzata dalla Scabec, società regionale dei beni culturali e realizzata in collaborazione con lo Studio Calatrava.
Fanno il loro ingresso nelle sale del secondo piano del Museo, le maquette delle architetture più importanti da lui realizzate: la Stazione dell’Aeroporto di Lione “Saint-Exupery” o il World Trade Center Transportation Hub di New York, meglio noto come “Oculus”. Ma ci sono anche le idee progettuali: dagli Sharq Crossing Bridges, tre diversi tipi di posti interconnessi per la città di Doha in Qatar, al Ponte per Genova (nelle tre versioni “Ponte ad Arco”, “Ponte Continuo” e “Ponte Strallato”) disegnato e offerto alla città dopo il crollo del Ponte Morandi nell’agosto 2018. In mostra anche le sculture di tutte le sue fasi artistiche (geometriche, matematiche, astratte, cinetiche e antropomorfe).
Un’ampia selezione in materiali molto diversi: dall’ebano, marmo bianco, alabastro, rame dorato, alluminio, granito nero fino al bronzo. Le prime furono realizzate negli anni 80 e sono composte da diversi cubi geometrici in pietra pesante in tensione, collegati principalmente da cavi d’acciaio, come si vede dalla scultura Musical Star (da lui scelta come immagine guida della mostra).
Opere capaci di comunicare quel cruciale senso di leggerezza che troviamo in tutti i suoi edifici. Accanto ad esse opere di forme astratte pure ispirate all’arte delle Cicladi e poi successivamente sculture ispirate alla natura e alle piante.
Per la prima volta a Napoli saranno esposte sei sculture in ferro ispirate ai guerrieri della facciata principale del tempio greco di Egina. Un gruppo di sculture antropomorfe, sintesi di tutta la sua carriera scultorea, che rappresentano un ponte metaforico tra il XXI secolo e la Napoli simbolo della cultura ellenistica.
Vi è ampio spazio per i disegni: dipinti a pastello e carboncini in cui si ritrovano i suoi temi principali: alberi, tori e il nudo femminile. Ha cominciato, infatti, da giovanissimo a disegnare il corpo umano per esplorarne il senso e la dinamica del movimento. Lo stesso Calatrava afferma: “Non ho mai smesso di dipingere per me è importante lavorare sulla pittura, sulla scultura e sulla ceramica, non solo come discipline indipendenti ma come nutrimento incessante per la mia architettura. La mia scultura precede il mio lavoro di architetti. Per capire la mia architettura bisogna conoscere il mio lavoro di scultore. Il punto di partenza di alcuni dei miei edifici e ponti è stato alimentato dalla ricerca formale generata dalla mia attività di artista, soprattutto di scultore.”

Il Cellaio nel Real Bosco di Capodimonte, edificio di epoca borbonica utilizzato per la conservazione delle derrate alimentari, ospita la seconda sezione della mostra: oltre 50 opere in ceramica in ideale dialogo con l’antica produzione della Real Fabbrica della Porcellana di Capodimonte. Opere d’arte di fenomenale potenza visiva, e dipinte con la stessa precisione della calligrafia. Alcune ceramiche in mostra riprendono le figure rosse su fondo nero della tradizione ellenica e mediterranea, di cui si trova traccia anche nella produzione celtiberica. L’uso di colori e di pigmenti primitivi (terre, ocra, neri) è il richiamo all’ancestrale funzione totemica del segno.
La mostra “Santiago Calatrava. Nella luce di Napoli” Nella luce di Napoli offre una riflessione senza precedenti sui suoi 40 anni di carriera, svela la sua ricca produzione artistica attraverso una prospettiva e una chiave di lettura completamente nuova: la luce, componente fondamentale di ogni sua grande architettura.
Il prezzo della mostra è compreso in quello del biglietto d’ingresso al Museo che è 14 euro il prezzo intero mentre 8 euro il ridotto (da 18 a 25 anni), gratuito per i minori di 18 anni. Una convenzione a 10 euro è prevista per gli abbonati al San Carlo e per i clienti Feltrinelli.
Per maggiori informazioni: www.museocapodimonte.beniculturali.it www.calatravanapoli.it.