Alla Galleria Nazionale di Palazzo Spinola “La tavola degli sposi”

La Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, collegandosi ai temi della mostra in corso a Palazzo Reale  “Mogano, Ebano, Oro!”, propone la sontuosa tavola imbandita legata al matrimonio di Albina Carlevaro con Gian Battista Figari celebrato nell’ottobre del 1887 a Genova nella Basilica di Santa Maria delle Vigne.

di Elisabetta Corsi

“La tavola degli sposi”

L’incontro della sposo con Albina era avvenuto, al rientro in Italia, a seguito dei contatti di lavoro del padre di lei con la società “Figari & Marini”. Del tenore di vita della giovane coppia, appartenente alla società genovese alto borghese di fine Ottocento, è indicativa la sontuosità della tavola di cui, nella sala da pranzo di Palazzo Spinola, viene proposta l’apparecchiatura.

Il protagonista è il monumentale servizio di piatti, oltre 250 pezzi, marcato “Ashwurth Bros. Hanley Primavesi & sons, Cardiff”, una ditta attiva tra il 1850 e il 1915 con sedi a Cardiff e Swansea e la posateria in argento con incise le iniziali dello sposo “G B F” ordinata a Genova alla “Fabbrica e Deposito di Argenteria ed Oreficeria di Pasquale Pisano & Figli”, che aveva sede in contrada San Vincenzo a Porta Romana n.27.

Ogni coperto è completato dal ricco servizio di bicchieri con decori in oro e il centrotavola in cristallo e bronzo di Baccarat, la prima manifattura di cristallo di Francia, acquistato durante il viaggio di nozze a Parigi, tappa fondamentale per lo shopping e la mondanità.

Di quel matrimonio viene presentato anche l’elegante abito da sposa, messo in posa dalla costumista Camilla Ruffini, composto da una gonna decorata con drappeggi, pannelli sovrapposti e bande in seta e da un corpetto steccato, con collo montante e maniche lunghe, da cui si dispiega una coda di media lunghezza. La preziosità dell’abito è data dalla stoffa in seta marezzata color avorio con cui è realizzato e in perfetta conservazione. Non è stato possibile risalire a chi ha prodotto il vestito ma si ipotizza una manifattura genovese. L’abito si inserisce nei canoni estetici della fine degli anni Ottanta dell’Ottocento, come è possibile notare accostandone la linea a quella di altre vesti nuziali conservate in prestigiose collezioni tessili.

Per maggiori informazioni: www.palazzospinola.beniculturali.it, [email protected].