“Ascoltare il malato, parlare al malato” è un interessante vademecum scritto dalla dottoressa Rosa Ruggiero, titolare di una docenza sulla “Comunicazione medico-paziente” nell’ambito del Master in management sanitario di 2° livello dell’Università di Napoli “Federico II”. Ha avuto inoltre parte attiva nella realizzazione dell’attività didattico-elettiva (ADE) su “Il dialogo medico-paziente” per gli studenti di Medicina e Chirurgia della seconda Università degli studi di Napoli. Questo vademecum parte dal concetto della costruzione del dialogo medico-paziente, punto fondamentale per iniziare un percorso di guarigione. Ascoltare per iniziare a comunicare col paziente, ascoltare la sua sofferenza e il racconto di essa. Il medico deve o dovrebbe avere l’esigenza di condividere col paziente gli aspetti più importanti della malattia, i sintomi, le soluzioni diagnostiche, le terapie possibili, le conseguenze delle cure, i cambiamenti che la malattia e le cure possono determinare sulla vita e sull’aspetto del paziente. Concetti apparentemente semplici ma fondamentali. La dottoressa Rosa Ruggiero si batte molto su questo punto focale, chiarisce come il medico deve consolidare con il dialogo l’alleanza terapeutica e umana con il paziente.
La parola alleanza è importantissima, non vi può essere una guarigione se un medico appare “distaccato” o elimina il fattore umano concentrandosi solo sulla malattia e deve intuire le difficoltà cui va incontro il paziente. La dottoressa Ruggiero parla anche di “tempo congruo” che occorre per stabilire un reale contatto col paziente, tempo che varia a secondo dello status emotivo del paziente e spiega bene le difficoltà economiche e sociali che tale paziente può incontrare. Ci sono tantissime leve su cui il medico può lavorare, primo fra tutti quello di tirar fuori dal paziente la combattività e le motivazioni necessarie per portare il paziente al suo impegno di guarigione. “Ascoltare il malato, parlare al malato” è un ottimo imput di incoraggiamento e buon agire del medico e utile anche per coloro che hanno patologie perché insegna che non bisogna mai rassegnarsi.