Sofia Zago, di Trento, è morta nella notte tra domenica e lunedì, all’ospedale di Brescia. La piccola è stata colpita da un caso raro di malaria cerebrale, di cui è ancora oscura la modalità di contagio. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha dichiarato “prima di esprimere qualsiasi tipo di valutazione dobbiamo capire esattamente cosa è accaduto. Ed è il motivo per il quale invito tutti alla cautela nelle dichiarazioni, che ho già letto in alcune agenzie: prima di pronunciarsi, appena morta una bambina di quattro anni, cerchiamo di capire cosa è capitato”.
Tuttavia si restringono le ipotesi, in quanto la bimba non ha soggiornato all’estero, nè in zone a rischio, il suo ultimo viaggio era stato a Bibone, Venezia. Elemento fondamentale per le indagini è il ricovero di Sofia presso l’ospedale di Trento, in cui, negli stessi giorni, si trovavano due giovani africani, che si erano ammalati di malaria nel loro paese di origine.
Tuttavia il direttore generale dell’Apss (Azienda provinciale dei servizi sanitari del Trentino) Paolo Bordon ha espresso dubbi circa il possibile contagio: ” la piccola poi morta e i due malati di malaria erano in stanze diverse, le cure sono state effettuate tutte con materiale monouso e non ci sono state trasfusioni. La malaria non è trasmissibile da uomo a uomo e nessun altro paziente ha avuto dei sintomi riconducibili alla malaria”. Ciò nonostante Bordon ha aggiunto che è stata avviata una disinfestazione di tutto il reparto.
Per Sofia tutto è cominciato il 13 agosto, quando si è manifestato un esordio di diabete mentre si trovava a Bibione con la famiglia. Successivamente il trasferimento all’ospedale di Trento e la faringite: un’escalation fino alla malaria. La bambina è stata trasportata in elisoccorso all’ospedale di Brescia, punto di riferimento per malattie tropicali, ma le sue condizioni troppo gravi, non ce l’ha fatta.
Gli esperti, tra cui il primario del reparto delle malattie infettive del Santa Chiara, Claudio Paternoster, concordano sulla rarità del caso. Infatti la zanzara portatrice di questa malattia non è presente in Italia, ciò porta a pensare a un possibile contagio da parte di viaggiatori provenienti da altri Paesi e sprovvisti di profilassi adatta.
Dati che hanno dato vita a polemiche politiche, da parte di esponenti di Lega Nord e Forza Italia, d’accordo nel cercare una prevenzione del contagio della malattia, attraverso il controllo dello sbarco di immigrati da paesi a rischio.
Nel frattempo la procura di Brescia ha aperto un’indagine per fare luce sul caso.