Il Concerto di Capodanno eseguito dall’Orchestra dei Wiener Philarmoniker di Vienna e diretto dal maestro Riccardo Muti, è stato diffuso in circa 100 paesi, con un pubblico stimato in almeno un miliardo. Gli applausi ai musicisti sono giunti attraverso una piattaforma online.
di Ersilia Di Palo
Anche quest’anno, come da tradizione da circa 80 anni, è stato trasmesso il Concerto di Capodanno, eseguito dall’Orchestra dei Wiener Philarmoniker di Vienna. Per la prima volta, causa Covid-19, il concerto di quest’anno, diretto dal maestro Riccardo Muti, si è svolto in un teatro vuoto e senza il classico battimani sulla “Marcia di Radezky”. La mancanza di quel battimano finale , a dire di molti, ha reso meno allegro e coinvolgente il concerto di Capodanno.
Gli applausi degli spettatori comunque non sono mancati ai musicisti, che sono giunti attraverso una piattaforma online. Ripreso in mondovisione dalla radiotelevisione nazionale austriaca, il concerto è stato diffuso in circa 100 paesi, con un pubblico stimato in almeno un miliardo.
Forse non tutti sanno che la “Marcia di Radezky” fu composta da Johann Strauss padre, in onore dell’ottantaduenne maresciallo Josef Radetzky, per celebrare la riconquista austriaca di Milano, dopo i moti rivoluzionari in Italia del 1848.
Anche se la musica ha un linguaggio universale, “La marcia di Radezky” , che chiude in allegria il concerto , è pur sempre il simbolo di quella marcia trionfale in Milano del maresciallo Radezky , a ricordo anche del massacro di migliaia di italiani che inseguivano il sogno di libertà e di indipendenza del Lombardo Veneto dalla dominazione austriaca.
L’orchestra dei Wiener Philharmoniker di Vienna,apprezzata e famosa in tutto il mondo, ha più di uno scheletro nell’armadio. Gli storici ci tramandano che il primo Concerto di Capodanno sia stato istituito per volere di Hitler nel dicembre del 1939, dopo la conquista dell’Austria e dopo lo scoppio della prima guerra mondiale. Ma la notizia più eclatante e che stupisce ancor più , è che quel ritmo finale coinvolgente sulla marcia di Radezky, è frutto di un arrangiamento musicale di Leopold Weninger, (1879-1940) un compositore nazista, iscritto al Partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori. Non sempre i direttori d’orchestra sono stati consenzienti a dirigere tale versione. Ma al di là di ogni memoria storica, l’arrangiamento di Leopold Weninger è ritenuto festoso e trainante, e come spiegano vari critici musicali, addirittura più sensibile e profondo della stessa partitura di Straus.
In un paese avanzato come il nostro, non è più accettabile parlare di censura nell’arte. Anche se l’artista è un politico, abbiamo l’obbligo di difendere la bellezza dell’arte e la libertà d’espressione artistica come diritto fondante dell’essere umano.