Nella serata di ieri, il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha approvato all’unanimità nuove ed importanti sanzioni a carico della Corea del Nord, a seguito del reiterato atteggiamento di sfida nei confronti della comunità internazionale. Tra il 2 e il 3 settembre Pyongyang ha infatti effettuato l’ennesimo test nucleare (ne abbiamo parlato qui), cui erano seguite due forti scosse sismiche artificiali che avevano determinato anche il crollo di una delle gallerie anti-atomiche progettate proprio per arginare le conseguenze dei test, provocando inevitabilmente l’indignazione del resto del mondo. Le sanzioni comminate riguardano principalmente il bando delle esportazioni tessili e delle importazioni di petrolio e gas naturale che non siano destinati al sostentamento della popolazione.
Le reazioni dal Mondo
Sebbene le risoluzioni del Consiglio di sicurezza abbiano ricevuto il plauso della comunità internazionale, gli Stati Uniti, attraverso le parole dell’ambasciatrice USA all’ONU, si dichiarano favorevoli all’appianamento delle tensioni e aprono nuovamente al dialogo con Pyongyang.
Sulla stessa linea anche il ministro degli esteri cinese Geng Shuang che dichiara anche la propria opposizione ai sistemi antimissile in Corea del Sud che, a sua volta, manifesta soddisfazione e fiducia nella possibilità che la corsa agli armamenti si arresti.
Anche il premier giapponese Shinzo Abe si è detto soddisfatto per le sanzioni Onu definendole “significativamente rigorose”, ed ha aggiungo che sarà “importante attuare ulteriore pressione sul regime di Pyongyang, col fine di costringerlo ad adottare un nuovo atteggiamento”.
La risposta della Corea del Nord
Come prevedibile la risposta da parte della Corea del Nord non ha tardato ad arrivare. Attraverso un funzionario, il governo di Pyongyang ha dichiarato alla Cnn che gli Stati Uniti (e di riflesso, il resto del mondo) dovranno aspettarsi una “risposta molto forte, con conseguenze insostenibili”.