Cosmesi e beauty, solo nello Stivale, fanno registrare un -12,8%. Cala la profumeria, crescono le vendite di saponi liquidi e di prodotti legati al make-up occhi e skincare del viso. “Il cosmetico resta un bene indispensabile” e c’è una maggiore consapevolezza sulle produzioni sostenibili, naturali e biologiche.
Il fatturato che ruota attorno alla cosmesi e il beauty sta vivendo dei cambiamenti dovuti alla pandemia e le norme anti-contagio.
A livello mondiale si conta il -12,8%, solo in Italia si registra il -10,2% con un calo delle esportazioni del 16,5%, nel mercato interno invece del 9,6%.
I consumi relativi alla profumeria calano al -20%, in aumento significativo si registrano i saponi liquidi (+38%), le tinte per capelli (+30%). Anche il business del maquillage avverte dei mutamenti significativi, gli acquisti dei rossetti sono ridotti al minimo e si avverte una crescita a favore del make-up occhi e per la skincare del viso. Proprio quest’ultimo è soggetto a nuove imperfezioni derivate dalla mascherina. Il compito di creme, sieri e scrub è di lenire, idratare e rigenerare l’epidermide.
Questo quadro è stato fornito dal Centro Studi di Cosmetica Italiana, durante un webinar inerente l’indagine congiunturale.
Secondo quanto ha affermato Renato Ancorotti, Presidente di Cosmetica Italia: “Il cosmetico resta un bene indispensabile, come la stessa pandemia ci ha ricordato, e le prospettive di ripresa per il 2021 sono legate alla natura anticiclica del comparto. Il percorso sarà solo più lungo del previsto, torneremo ai livelli del 2019 non prima del 2022″.
Ha sottolineato il Presidente che il settore cosmetico sta sfruttando ciò che di positivo ha dato l’emergenza pandemica. Tra questi si ricorda la flessibilità, l’adattamento al contesto, gli investimenti nell’ambito digitale ed e-commerce, gli standard qualitativi più alti, la costante ricerca e sviluppo con la necessità di portare avanti il Made in Italy.
La pandemia ha accelerato la consapevolezza sulla produzione sostenibile, naturale e biologica, invece l’anti-age crolla clamorosamente alle ultime posizioni.
Ancorotti termina quest’analisi così: “Le imprese sentono da un lato la spinta alla ripartenza, dall’altro hanno però bisogno di nuove e solide condizioni per potersi realizzare accompagnate da un piano governativo capace di affiancarle, anche in termini di promozione del Made in Italy, sul piano dell’innovazione, della digitalizzazione e dello sviluppo sui mercati esteri“.