Covid-19, Univaloro PMI CZ: “Disuguaglianze sociali. Impatti devastanti sulla salute e sulla realtà socio-economica”

Guzzi: “Colpiti principalmente lavoratori settori non essenziali e donne. Necessaria riduzione povertà misure potenziamento assistenziali soprattutto territoriale”.

Unilavoro PMI

Comunicato –  Un virus si aggira per il mondo, annientando, a ritmi frenetici e incontenibili, vite, famiglie, imprese, professioni, sentimenti e speranze.

Non è solo il Covid. Questo ha avuto un impatto devastante sulla salute e poi sull’economia, determinando uno spaccato apocalittico.

Tanti altri sono stati i problemi, che hanno avuto lo stesso impatto deleterio e che si sono susseguiti nel tempo.

Il più incombente è la nefasta lotta di classe, un sistema contorto che ha messo in luce differenze storiche.

Da un lato l’eletta umanità in lotta contro il Covid, con tutti gli agi e i privilegi che hanno sempre contraddistinto il loro status, dall’altro i deplorevoli, con i loro limiti, le paure, le difficoltà e le incertezze che da sempre caratterizzano la loro vita.

La pandemia, oltre agli impatti devastanti sulla salute, si è abbattuta su una realtà socio-economica fragile e diversificata, e su un mercato del lavoro già fortemente compromesso e caratterizzato, come noto, da evidenti disuguaglianze sociali.

Ai garantiti il lockdown ha concesso tutti i comfort, che gli hanno permesso di vivere la quotidianità in piena armonia, ai precari è stata riservata la disfatta sociale.

In questo cataclisma, ha evidenziato Sebastiano Guzzi, Vice Presidente Nazionale Unilavoro Pmi, di incertezze, di paura e di precarietà ad avere la meglio, sono stati quei lavoratori che, svolgendo lavori “essenziali”, sono riusciti a mantenere il proprio posto, fronteggiando carichi di lavoro straordinari e con elevati rischi per la salute. Tra questi, i lavoratori precari dell’assistenza socio-sanitaria.

Straordinarie opportunità anche per chi ha lavorato da casa.

Lo smart-working, ha sottolineato Guzzi, aumentato in modo esponenziale, ha dato la possibilità a tantissimi lavoratori di mantenere la propria posizione lavorativa, consentendo di mantenere attivi e sicuri i posti di lavoro.

In questo modo l’Italia è riuscita a gestire la componente occupazionale con estremo riguardo.

A differenza degli altri paesi europei, ha continuato Guzzi, l’Italia non ha subito un significativo aumento della disoccupazione, grazie anche alle misure adottate dal Governo, che hanno protetto i lavoratori, ma che non hanno potuto garantire sicurezza e stabilità.

Questa crisi devastante, ha concluso, ha colpito principalmente quei lavoratori le cui posizioni rientrano nei settori non essenziali e soprattutto le donne.

Queste ultime, che guadagnano meno, e che svolgono lavori precari, sono state duramente colpite dai lockdown, e continueranno ad essere vittime di un sistema che non propone nuove prospettive e che vincola ogni speranza.

Un epoca difficile, e carica di conflitti, che fotografa una realtà surreale e che necessita di soluzioni valide e tempestive.  Occorre lavorare sulla riduzione della povertà e attuare misure di potenziamento assistenziali soprattutto a carattere territoriale”.