Giorgia Trasselli ci parla della sua passione per la recitazione e ci invita a vedere “Miseria e nobiltà” per la regia di Luciano Melchionna e la partecipazione di Lello Arena in scena fino al 5 gennaio al teatro San Ferdinando di Napoli e in altre città fino ad aprile.

Giorgia Trasselli è attrice di cinema, televisione e teatro. Ha lavorato con grandi nomi come Squarzina, Sbragia, i Vianello e tanti altri. Negli ultimi anni ha unito il suo nome agli adattamenti teatrali di grandi classici come “Parenti serpenti” ed ora “Miseria e nobiltà” con il regista Luciano Melchionna e l’attore Lello Arena.
– Giorgia, parliamo di questo spettacolo teatrale che dal 21 dicembre e fino al 5 gennaio è in scena al San Ferdinando di Napoli. Tu interpreti Concetta, la moglie di Pasquale il fotografo, una donna affamata di vita, di ricordi e in cerca di dignità.
Lo spettacolo è molto bello e complesso, non lo dico perché ci lavoro io, ma obiettivamente è un adattamento originale e profondo che ben riflette la natura umana. Concetta è affamata di vita, fa lapsus incredibili perché è ignorante, è una donna onesta ed in cerca di una dignità da trovare perché nella miseria nera la puoi perdere facilmente ed è difficile da mantenere. Non finirò mai di ringraziare Luciano Melchionna che mi ha fortemente voluta nello spettacolo e che ha dato ad ogni personaggio un’anima davvero forte, un grazie va ad ente teatro cronaca che ha organizzato e prodotto lo spettacolo, sono meravigliosi, e un grazie a Lello Arena che nel ruolo di Felice Sciosciammocca è bravissimo e potentissimo.
– Luciano Melchionna è un regista moderno e coraggioso che ancora non ha avuto i riconoscimenti che merita per la sua bravura, tu lo conosci da anni.
Si, Luciano è un grande, lo conosco da 21 anni e ogni volta mi sorprende sempre per l’attenzione che mette in ogni adattamento e verso noi attori, ci segue passo passo. Ho lavorato con lui in “Parenti serpenti” e in quest’ultimo “Miseria e nobiltà” e ne sono entusiasta. Il sottotitolo che c’è per lo spettacolo è “per anime compatibili” ed è una frase perfetta per raccontare tutta l’essenza dello spettacolo che si conclude con una frase detta da Felice Sciosciammocca che non voglio dire per non svelare troppo ma è assolutamente vera. Nonostante il tempo non ci sono testi così polverosi da non poter avere una loro nuova vita e nuova linfa moderna che faccia presa sul pubblico di oggi. Questa frase è ad hoc per il grande Luciano e per lo spettacolo tutto.

– La tua passione per la recitazione Giorgia come nasce e come si sviluppa?
Nasce da quando ero piccola, mi è sempre piaciuto recitare ma i miei non volevano e mi avevano iscritto all’università scegliendo per me lingue e letteratura russa. Ciò che non entra dalla porta poi lo fa dalla finestra e così mi sono ritrovata all’università il professor e posso dire immenso Angelo Maria Ripellino traduttore, poeta, slavista e accademico italiano, che scrive di teatro per l’Espresso e che fece un workshop si direbbe ora che io frequentai perché non mi sono mai arresa a non recitare. Fatto sta che mi notò Giancarlo Sammartano, regista teatrale e tra i fondatori del “politecnico” di Roma, che mi volle nella sua compagnia. Da allora non mi sono più fermata, ho iniziato a studiare recitazione e poi a fare provini ed eccomi qua.
– Invitiamo il pubblico a venire a vedere “Miseria e nobiltà”.
Invito tutti a venire a vederci in tutta Italia con “Miseria e nobiltà”. Fino al 5 gennaio siamo al San Ferdinando di Napoli e mi raccomando affrettatevi perché i posti finiscono. Poi andremo a Nola, a Lecce, a Nocera Inferiore e in tante altre città. Finiremo il 5 aprile a Trieste al teatro Politeama Rossetti. Riprenderemo anche “Parenti serpenti” che è in tour da cinque anni sempre riscuotendo grande successo. Ritornando a “Miseria e nobiltà” mi preme aggiungere che è davvero per “anime compatibili” come hanno scritto Lello Arena e Luciano Melchionna perché il testo è rivisitato, innanzitutto con grande rispetto per Scarpetta che lo ha scritto, con grande attenzione e profondità che fa venire la pelle d’oca.