Sebastiano Guzzi: “C’è bisogno della presenza di una rete istituzionale antiviolenza che unisca, attivamente e costantemente, le istituzioni, la società civile, le forze dell’ordine, la scuola, le autorità sanitarie, in un’unica grande intesa”.

Comunicato – Il coronavirus ha cambiato le nostre vite, abolito la socialità, messo un freno alla nostra libertà, vincolato le nostre abitudini, ma non ha fermato la violenza sulle donne. Lo confermano i dati raccolti dalla direzione centrale della polizia criminale.
Continuano a crescere, incessantemente, i femminicidi.
I numeri ufficiali della polizia raccontano che il 75% delle vittime di tali delitti è compiuto in famiglia. Soprattutto durante il lockdown, che ha costretto ad una convivenza difficile e forzata.
Dati sconcertanti che spaventano e che fanno riflettere.
Anche oggi, che si celebra la Giornata contro la violenza sulle donne, due giovani donne sono state uccise, una in Calabria e l’altra a Padova.
Due femminicidi efferati, che confermano, ancora una volta, quanto sia diffusa la violenza e quanto sia difficile diffondere ed inculcare i valori che impongono il rispetto nei confronti degli altri.
“La violenza, evidenzia Sebastiano Guzzi, Vice Presidente Nazionale Conflavoro Pmi, si declina in modi differenti: quella fisica, quella psicologica, quella che avviene nei luoghi di lavoro, per strada e tra le mura domestiche, soprattutto, in ambito familiare”.
Unilavoro, aggiunge, intende porsi in prima linea nella lotta alla violenza e si unisce, con fervore, a tutte le campagne che si muovono a favore delle donne e dei loro diritti. Non bastano i messaggi, le pubblicità, le manifestazioni. Troppo riduttivi rispetto alla complessità del problema. C’è bisogno di un intervento mirato e più incisivo, che metta le donne nella condizione di poter scegliere, affermarsi, e soprattutto di godere della propria libertà.
E’ necessario, sottolinea Guzzi, che siano garantite sicurezza, autonomia, e libertà, condizioni a volte negate dall’indifferenza, dall’inerzia di certi sistemi.
Alle donne, bisogna assicurare risposte immediate da parte delle istituzioni preposte, e la possibilità di avere una propria indipendenza economica, in modo che abbiano la libertà di scegliere il proprio percorso di vita.
C’è bisogno, conclude il Vice Presidente, della presenza di una rete istituzionale antiviolenza che unisca, attivamente e costantemente, le istituzioni, la società civile, le forze dell’ordine, la scuola, le autorità sanitarie, in un’unica grande intesa.