L’8 aprile ricorre la Giornata Internazionale dei Rom, Sinti e Caminanti istituita in ricordo dell’ 8 aprile 1971 quando a Londra si riunì il primo Congresso internazionale del popolo Rom e si costituì la “Romani Union”, la prima associazione mondiale dei Rom riconosciuta dall’ONU nel 1979.
Il messaggio del Presidente della Repubblica
“In occasione della Giornata internazionale dei Rom, Sinti e Caminanti, – ha dichiarato il Presidente Sergio Mattarella – desidero rivolgere il mio augurio a tutte le persone che hanno radici nella cultura millenaria di questi popoli antichi, e che ne condividono, oggi, i problemi, le difficoltà, le speranze. Ricorrenza del primo storico Congresso mondiale del popolo Rom, che si tenne a Londra nel 1971, questo giorno sottolinea il valore della memoria, linfa preziosa per tenere viva l’identità e la coscienza collettiva, nella partecipazione positiva allo sviluppo delle realtà in cui le famiglie e le comunità Rom sono oggi inserite. Un’esperienza, quella dei Rom, Sinti e Caminanti – ha proseguito il Capo dello Stato – in cui resterà indelebile il Porrajmos, l’olocausto dei loro popoli, tributo di sangue spaventoso per i numeri e per le sofferenze che la ferocia nazista impose a giovani e anziani, a donne e bambini. Questa tragedia appartiene a pieno titolo alla comune storia europea e costituisce appello ulteriore alla responsabilità per superare pregiudizi, arbitrarie generalizzazioni e diffidenze residue che alimentano discriminazioni, xenofobie, ostilità. Le convenzioni internazionali sottoscritte dal nostro Paese, a partire da quella relativa allo statuto delle persone apolidi del 1954, a quella relativa alla riduzione della apolidia del 1961, impegnano l’Italia a favore della inclusione di persone e culture, per assicurare pari opportunità nell’esercizio dei diritti, compresi quelli economici e sociali. La strada dell’integrazione, nel rispetto della libertà di espressione di ciascuna cultura, – ha concluso Mattarella – è il punto di forza della comune vicenda europea”.
L’Associazione 21 luglio Onlus, i dati raccolti sul campo
Secondo i dati raccolti nel Rapporto Annuale 2017 dall’Associazione 21 luglio Onlus e presentati venerdì 6 aprile in Senato a fronte di un totale stimato compreso tra 120 e 180 mila presenze di cittadini di origine rom e sinta, sono circa 26 mila quelli in emergenza abitativa che vivono in baraccopoli formali e informali o nei centri di raccolta monoetnici, numero pari allo 0,04% della popolazione italiana. Rispetto all’anno scorso (28 mila unità) si registra una leggera flessione dovuta – si legge in una nota dell’Associazione – non dalla graduale risoluzione della questione ma piuttosto dalle drammatiche condizioni di vita all’interno di questi insediamenti.
Nel nostro Paese sono ben 148 le baraccopoli formali, distribuite in 87 comuni di 16 regioni da Nord a Sud, per un totale di circa 16.400 abitanti (di questi si stima che solo il 43% abbia la cittadinanza italiana), mentre 9.600 è il numero di presenze stimato all’interno di insediamenti informali. A vivere la situazione peggiore sotto l’aspetto psico-fisico, educativo e scolastico e sono i minori (55%). Nel corso del 2017 – inoltre – l’Osservatorio della Onlus ha registrato un totale di 182 episodi di discorsi d’odio nei confronti di rom e sinti con un incremento del 4% rispetto al 2016.
Scarica il rapporto completo a cura dell’Associazione 21 luglio Onlus.