Golociok day, a Giugliano in Campania c’è un biscotto che fa invidia anche alla Ferrero

In versione gianduia e pistacchio, il dolcetto Golociok del maestro Francesco Di Rosa ha saputo conquistare il palato di tanti estimatori in questi anni, in Italia e nel mondo, diventando un fiore all’occhiello della Pasticceria Di Rosa a Giugliano in Campania.

di Renato Aiello

Il maestro pasticciere Francesco Di Rosa

Protagonista recentemente dell’iniziativa sulla torta sospesa, il maestro pasticciere Francesco Di Rosa rilancia un dolce che già da 3 anni fa parlare di sé in Italia e nel mondo, il golociok.

Trattasi di un biscotto davvero unico nel suo genere, una pasta frolla preparata con farine macinate a pietra, uova freschissime di galline allevate a terra e burro di latteria, una coppetta farcita con crema di pistacchio e alla gianduia nelle due versioni disponibili all’assaggio, entrambe con una piccola base a forma di medaglia di cioccolato al latte.

«Un’idea venuta in mente qualche estate fa al mare – spiega Di Rosa – pensando al Natale e ai suoi dolci tradizionali sempre meno apprezzati e talvolta sconosciuti ai giovani di oggi».

Un’intuizione felice che persino la Ferrero ha elogiato, dopo l’invio di un omaggio alla sua sede in Lussemburgo, e che fino a oggi si è fatta strada in Italia e nel mondo, con spedizioni giornaliere anche e soprattutto all’estero.

4000 golociok al giorno vengono prodotti nei laboratori artigianali Di Rosa a Giugliano in Campania, dove si trova la sua storica pasticceria dal 1982, sempre al Corso Campano 546.

Il golociok è un piccolo momento di piacere, giocato tutto sul contrasto tra la croccantezza dell’involucro di pasta frolla e il ripieno cremoso, morbidissimo. Evoca ricordi d’infanzia, soprattutto quello alla gianduia col mitico sapore di nocciole, quasi ai livelli della madeleine di Proustiana memoria.

Golociok

Interessante anche l’abbinamento al pistacchio, soprattutto a livello cromatico, non a caso tra la cupoletta di frolla e il dischetto di cioccolato al latte spunta una linguetta di crema che fa già presagire l’esplosione di gusto golosissima.

Non poteva esserci nome più azzeccato per questo piccolo peccato di gola che venerdì 9 ottobre è stato posto all’attenzione di clienti, golosi, influencer e giornalisti invitati al primo Golociok day, nel locale di Corso Campano. In equilibrio tra classicità e innovazione, la produzione dolciaria di Di Rosa spazia dai dolci della tradizione alla biscotteria e alle colazioni, dalle monoporzioni fino alle torte, con una speciale rivisitazione della red velvet, pensata come una cheesecake nella farcia, con la sua freschissima crema di formaggio aromatizzata alla vaniglia e proposta anche in versione mignon.

Rimandato a causa del lockdown, il libro di Di Rosa Cervello in moto perpetuo sarà presentato il mese prossimo nella sua pasticceria: un racconto autobiografico della passione di famiglia per il dolce trasformatasi nel lavoro di una vita intera, alla costante ricerca di idee, spunti, un vero moto perpetuo della creatività inarrestabile. Del resto il suo autore è proprio così: «Non mi fermo mai, penso continuamente a novità da proporre e a come valorizzare il patrimonio di famiglia, i miei genitori lo dicevano sempre, me lo ripetevano “non ti fermi mai, stai sempre in attività”. Sono nato e cresciuto in questa pasticceria di famiglia, rappresenta tutta la mia esistenza».

Red velvet

Anche se preoccupato come tutti dalla situazione che stiamo vivendo dal punto di vista sanitario con la recrudescenza dell’emergenza covid in Campania, Di Rosa resta fiducioso sul futuro e rivela una sua riflessione fatta in piena quarantena: «Come molti esercizi anche io sono stato chiuso per mesi e, sebbene potessi anche organizzarmi per la vendita online e su ordine, con spedizioni anche fuori regione, ho preferito rinunciare. Per noi commercianti è stata dura ma anche per i nostri clienti, ed è a loro che è andato subito il mio pensiero: un prodotto artigianale, che ha un costo diverso da quello industriale, in un momento di crisi economica piena come quello di mesi fa, con la gente costretta a stare in casa e senza possibilità di lavorare e magari in cassa integrazione, o peggio ancora senza alcun sussidio o bonus, come poteva presentarsi sulle tavole della Pasqua? Abbiamo voluto aspettare, la dolcezza tanto non va mai in quarantena».

Parole sagge in un momento difficile che speriamo sia davvero alle spalle, nonostante i bollettini regionali e nazionali sulla diffusione del Coronavirus non ci facciano dormire sonni tranquilli da più di un mese ormai, da quando la presunta seconda ondata di Covid19 ha ricominciato a minacciare la nostra serenità in questo annus horribilis.