“Il contemporaneo per l’archeologia”, artisti cinesi al MANN

Fino al 10 febbraio è in programma al MANN, la mostra “Il contemporaneo per l’archeologia: artisti cinesi al MANN”, promossa dallo Zhejiang Art Museum.

di Elisabetta Corsi

“Il contemporaneo per l’archeologia”, artisti cinesi al MANN

Grazie a questa esposizione il Museo Nazionale Archeologico di Napoli si proietta verso il 2020, anno del topo, con un percorso particolare, dotto e curioso: circa settanta opere sono presentate in tre diverse sezioni, intitolate, rispettivamente,“Immaginazione antica”, “L’evidenza dell’immagine sulla storia” ed “Incidendo nel tempo”. 

Punto di partenza della mostra, il dialogo tra Oriente ed Occidente, giocando sui soggetti e sugli elementi costitutivi delle opere: i sei artisti contemporanei, che espongono nella prima sezione, realizzano i propri lavori in carta, con un riferimento all’origine storica della lavorazione e della fabbricazione di questo materiale. Tra le più particolari creazioni, presentate all’inizio della mostra, “There is no Essence-Hercules”, riproduzione dell’Ercole Farnese firmata da Ho Yoon Shin (classe 1975, famoso per le sue sculture in carta e metallo); la riproposizione (rigorosamente cartacea) della figura michelangiolesca della “Notte” delle Cappelle Medicee, così come le divertenti teste “sfogliabili”, “stretch” ed “apribili” di Li Hongbo: il lavoro “The Evolution series” di Qiu Zhijie che ricrea, su una superficie cartacea, le impronte dei fossili.

Nella seconda parte, predomina il fascino degli antichi libri cinesi (alcuni risalgono alla dinastia Han ed alla dinastia Ming), pregiati per rilegatura, fattura, filigrana ed illustrazioni: queste opere sono messe a confronto con la reinterpretazione in chiave contemporanea di Zhang Xiaofeng. Una nutrita appendice dedicata alle moderne stampe orientali chiude il percorso espositivo: recuperando antiche tecniche di lavorazione della carta, gli artisti “incidono nel tempo”, usando un medesimo supporto (la carta) per raccontare nuove visioni.

Nell’ultima sezione della mostra, paesaggi e demoni della natura sono riproposti con tecniche che rimandano al passato: tra le immagini, spicca “Smoke-like color” di Wang Chao, un landscape invernale in cui i profili montuosi sono indefiniti (cinesi o europei? Antichi o moderni?).

Per maggiori informazioni: www.museoarcheologiconapoli.it

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