Edito da UTET libri, “Il coraggio delle cicatrici” di Maria Luisa Iavarone e Nello Trocchia racconta la storia di Arturo Puoti, il ragazzo accoltellato tre anni fa a Napoli in pieno centro da una banda di ragazzini.

È uscito il primo settembre per Utet il libro “Il coraggio delle cicatrici” di Maria Luisa Iavarone e Nello Trocchia.
Maria Luisa Iavarone è una donna coraggiosa e instancabile, mamma di Arturo Puoti, il ragazzo accoltellato tre anni fa a Napoli in pieno centro da una banda di ragazzini, anestetizzati dall’ignoranza e da una subcultura fatta di violenza e disprezzo della società.
Nello Trocchia è giornalista d’inchiesta e scrive per il quotidiano il Mattino.
Un libro che non avremmo voluto leggere, un libro che fa male perché è purtroppo realtà, quella più infida e viscida, ma che invece è stato necessario scriverlo, come lo è leggerlo, è testimonianza del dolore di una famiglia che diventa però il dolore di una intera città e di un Paese come l’Italia che lascia che interi segmenti di se stessa vegetino nell’abbandono culturale e morale. Il libro rappresenta la speranza di un riscatto sociale ed educativo per tutti i ragazzi di Napoli abbandonati in un vortice fatto di nulla e di devianze senza senso.
“Il coraggio delle cicatrici” è il coraggio della professoressa Iavarone che ha fatto della sua battaglia personale per aiutare suo figlio Arturo una battaglia di civiltà perché qualcosa possa cambiare, perché possa scuotere le coscienze di quei cittadini che voltano la faccia per non guardare la loro realtà vigliacca e le coscienze delle istituzioni cittadine e nazionali che possano muoversi nel far sentire la presenza della civiltà dello Stato e delle sue leggi.
La professoressa ha raccontato l’accoltellamento di suo figlio Arturo, un ragazzo perbene e studioso, che all’improvviso si è visto circondato da ragazzini crudeli e incattiviti dalla pochezza mentale e culturale in cui vegetano, che hanno trovato il loro divertimento nell’accoltellare un ragazzo inerme che aveva qualcosa che loro non avevano, né desideravano avere, l’educazione civile e morale.
È stato grazie ad un miracolo divino prima e medico poi che Arturo è rimasto in vita e continua a vivere e lottare per se stesso e per una società migliore. Da allora la vita della Famiglia Iavarone Puoti è cambiata per sempre.
La professoressa ha incontrato migliaia di persone, istituzioni, persone del popolo e persone acculturate. Ha incontrato chi le ha offerto solidarietà vera e finta, ha incontrato omertà e sincera partecipazione, ha incontrato persone ostili e persone sincere. Tutto è raccontato in questo libro verità che parte dal dramma vissuto da Arturo e dalla sua famiglia per estendersi in una cruda analisi del tessuto napoletano urbano e suburbano, troppo complesso e infarcito di terribile ignoranza che poi sfocia in violenza gratuita e quindi ancor più pericolosa perché basata solo su rabbia sociale e mancanza di cervello.
Con la Fondazione A.R.T.U.R, fondata dalla professoressa Iavarone, il suo impegno si è contraddistinto per trovare progetti da portare avanti a favore degli adolescenti disagiati di Napoli. Il lavoro da fare è tanto ma la Professoressa non mollerà questa ardua impresa.
Nello Trocchia invece ha raccontato l’atto di violenza contro Arturo Puoti attraverso gli atti giudiziari e le intercettazioni ambientali per scandagliare una realtà più vera del vero. Anche dal dolore può nascere un’opportunità di crescita e cambiamento per una intera comunità.