“Iliade: studio per un assedio”, Dal 4 al 7 ottobre in prima nazionale presso il Čajka Teatro d’Avanguardia Popolare di Modena

Iliade | Foto: Enrico Maria Bertani

Dal 4 al 7 ottobre debutta in prima nazionale presso il Čajka Teatro d’Avanguardia Popolare di Modena “Iliade: studio per un assedio”, uno spettacolo ideato e diretto da Riccardo Palmieri.
“Iliade” è un contenitore di miti nel quale si intrecciano storie e destini di uomini, eroi e dei, dove il fato arbitra la contesa, disegnandone i tratti. «Può il leone scendere a patti con l’agnello?», grida Achille furiosamente ad Ettore. “Iliade” potrebbe riassumersi in questa domanda, in cui il gioco è dichiarato, tutto è a vista.
Gli spettatori assistono allo spettacolo condividendo con gli attori cibo e bevande. Spazio e tempo assumono un significato diverso e diventa possibile raccontare in modo non lineare gli eventi. Per questo le storie narrate non sono mai le stesse: pur restando fisso l’oggetto del racconto, cambia la prospettiva attraverso cui il mito viene osservato e tramandato.

Figure di partenza esplorate dal progetto di Čajka Teatro d’Avanguardia Popolare iniziato nell’autunno 2017 sono gli “aedi”, i cantori e poeti che tramandavano in forma orale miti e storie non ancora fissate dalla parola scritta. Nel mondo antico, gli aedi avevano una doppia funzione. La prima era connessa al canto del poema, inteso come espressione artistica e vettore di una bellezza rispondente al gusto dell’epoca. La seconda apparteneva a un’altra dimensione, nella quale il racconto del mito assumeva il ruolo di inquadrare l’uomo, creando i confini e i limiti nel mondo.

Lo spettacolo diretto da Riccardo Palmieri, a cavallo tra tradizione e contemporaneità, ossequioso del contesto di produzione, di una leggerezza tipica dell’occasione conviviale, vede gli attori chiamati a tessere senza un copione scritto le fila di un racconto che è anche gioco, ascolto, ricerca di un’armoniosa fusione tra due realtà in collisione, il mito e il presente, per un unico incontro che avviene qui e ora, tra gli spettatori e la scena. La drammaturgia mescola così i linguaggi l’uno nell’altro, sostenuta dai movimenti di scena di Daria Menichetti e dalle suggestioni oniriche che gradualmente prendono posto nella realtà, grazie al trucco di Valentina Fogliani e ai costumi di Luca Degl’Antoni. Cambiando forma e spazio come in un sogno, la scena permette di addentrarsi nel mito con fluidità, rispecchiandosi nella sfericità del racconto.

Dalle “Note di regia”

«Il mito appare sferico ovunque lo si guardi. Qualunque traccia se ne raccolga prende forma di una sfera composta da infiniti – diremmo oggi – ‘hyperlink’. Molti di questi portano ad Ilio, e a una delle guerre più grandi che l’umanità ricordi. Il mito si intreccia, si ricollega, si perde, si ritrova. In un modo o nell’altro, però, si arriva sempre lì su quelle spiagge, dove gli Achei sono rimasti accampati per nove anni prima di vincere l’assedio. Nell’ambito della fisica quantistica viene chiamata ‘knowsphera’, quella forma che vede il pensiero come energia e particelle subatomiche capaci di contenere frammenti di conoscenza, esattamente come il DNA che contiene ‘memoria specifica’ (di ‘specie’). Esiste dunque un ambito – intuito da Platone, il “mondo delle idee” – in cui tutti gli esseri umani sono collegati e dal quale attingono idee, pensieri e saperi. Il mito è una di queste matrici di appartenenza alla sfera comune. Un territorio al quale tutti appartengono».

Info e contatti

Ingresso con PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA (il numero di posti è limitato):
15 euro (il biglietto comprende un aperitivo)

Čajka Teatro d’Avanguardia Popolare – Via della Meccanica, 19, Modena

[email protected] – Tel. 059 9786216 / +39 3450851765

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