Intervista ad Annarita Faggioni: quando la creatività incontra la sincerità

di Stefano Labbia

Cosa deve fare uno scrittore per ottenere il successo, per risultare capace, brillante. Per attrarre il lettore. Non c’è strategia di marketing che regga: basta essere se stessi. Creativi. Originali. Genuini. Annarita Faggioni è tutto questo e molto, molto altro. La giovane autrice si lascia andare in un’intervista delicata e forte al tempo stesso. E parla di sé, dei suoi sogni. E del suo piccolo grande successo letterario, arrivato, senza fatica, alla seconda edizione: “L’Ombra di Lyamnay”.

– Benvenuta Annarita su “Ragguagliami”! Innanzitutto: chi è Annarita Faggioni? Com’è? Quando è e… insomma, hai capito!

Chi siamo? Dove andiamo? Perché ci siamo? Ma chi ce lo fa fare? (ride). Scherzo. Sono una persona che ha trasformato la sua passione per la scrittura in qualcosa di più, qualcosa di nuovo (spero), qualcosa di eterno (ri-spero), qualcosa di buono (stra-spero). “Vedo, prevedo e stravedo” dal 2000 e da allora non mi sono mai fermata. Sono partita da delle fanfic sui Pokémon e ora sono qui, a scrivere sia per lavoro (sono copywriter), sia come passione.

– Sei in uscita con una nuova edizione del tuo libro, “L’ombra di Lyamnay”. Ce ne parli un po’?

“L’ombra di Lyamnay” è il mio primo romanzo di fantascienza, ne consegue che è il mio primo distopico in assoluto. La prima edizione è uscita nel 2015, con alterne vicende e 600+ copie apprezzate dal pubblico. La seconda esce ora, alla vigilia di “Geostorm” al cinema. Questo libro racconta di come il clima possa sconvolgere le persone nel profondo, non solo a livello pratico, ma anche nella psicologia e nel modo di rapportarsi con gli altri. I quattro protagonisti sono come dei pilastri, su cui ruota intorno tutta la storia. Per questa seconda edizione, vi ho preparato qualche extra che spero apprezzerete.

– Cinema, Teatro, Fumetti, Letteratura. Secondo te qual è il mezzo più completo che un autore può abbracciare per esprimere con più forza le emozioni che ha dentro?

Penso che ogni “artista” ha il suo veicolo di emozioni. Per essere un artista completo, però, non basta seguire/leggere solo della propria arte, ma anche quella altrui. Uno scrittore può trovare in una statua o in un quadro le parole di un’emozione di cui non ha ancora letto nulla. Quindi, ognuno “crea” come può e “ascolta” quello che può e quello che non può. Ci sono anche artisti “crossover”, che si esprimono attraverso le lettere, ma anche con quadri o musica. Il problema è che certe esperienze sono totalizzanti: o si è davvero reincarnazione di De Andrè, oppure è difficile gestire con lo stesso amore tutte le altre. Per quanto riguarda me, io ho la certezza che la letteratura è la mia vita e che quindi non mi posso aspettare, magari, gli stessi risultati se disegnassi o cantassi contemporaneamente allo scrivere. Mi servirebbero 3-4 vite, no? Tipo Multiverso Strange.

– Da autrice ti chiedo: la situazione in Italia com’è? Perché arrivano informazioni e dichiarazioni contrastanti… l’editoria è in crisi? C’è ripresa? E secondo te, questa crisi, se c’è, è dovuta a…? Perché inizialmente veniva addossata agli ebook, poi è stata addossata al self-publishing… ma nessuno credo abbia mai analizzato dall’interno (tra Voi scrittori intendo) la cosa. Nessuno ha mai rilasciato dichiarazioni in tal senso…

La mia collana di libri con “Il Piacere di Scrivere” è riuscita ad andare oltre ai dati di mercato, quindi non ho dati per dire come va. Penso, però, che non si sia usato davvero tutto il nostro potenziale. In più, purtroppo ci sono dei meccanismi evidenti in ambito editoriale (mi riferisco agli alti livelli) dove si è scelto di non fare letteratura e il calo di vendite è evidente anche senza avere i bilanci delle aziende. Tra noi scrittori, c’è chi avvalora l’ipotesi dell'”Invidia” e chi crea davvero problemi all’interno con recensioni non negative, ma al limite della denuncia. Gente che copia, insulta, non si impegna, inquina la bellezza intorno a sé. Ancora non ci rendiamo conto che l’assenza del self-publishing ci ha fatto perdere persone come Lovecraft per 100 anni. Un tempo lunghissimo. Dobbiamo usare questo e altri strumenti con criterio. Solo così ne usciremo.

– Progetti per il futuro?

Troppi. Ora come ora, sto partecipando al NanoWrimo con un romanzo nuovo. Vorrei mandarlo a delle case editrici, ma chissà se mi vorranno. In passato, con me, c’è chi non ha osato per paura del giudizio degli altri, o per paura di non potermi manipolare a piacimento. Non so. In ogni caso, verrà alla luce. O meglio, verrà dal buio, è più sincero.

– Ultima domanda – sappiamo che hai molto da fare e non vogliamo trattenerti troppo – :  Dove (e come!) ti vedi tra dieci anni?

Allora, tra 10 anni io avrò 37 anni e “Il Piacere di Scrivere” 17 (il sito di scrittura e tutta quanto fa letteratura, che cura NdR). Difficile dirlo. Sicuramente sarò nei miei progetti e in ogni cosa scritta in quel momento. Con un po’ di fortuna, tirerò fuori le mie creature scritte in adolescenza che ancora non conoscete. Il resto non lo so, davvero. Lo immagino, lo spero, ma non lo so.

*Grazie mille per la disponibilità, Annarita! Non ne hai bisogno ma noi ti facciamo un mega super in bocca al lupo per tutto!*

 

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