“Dobbiamo attraversare montagne, fiumi per operare le persone e prenderci cura di loro. Abbiamo bisogno di una chirurgia più accessibile, cure più accessibili e dare in questo modo la possibilità alle persone di migliorare la loro vita e la qualità della loro vita”. La nostra chiacchierata con Samson Akichem Lokele chirurgo oftamologo che lavora in Turkana e combatte da anni contro il Tracoma.

All’inaugurazione delle nuove gallerie del Science Museum, abbiamo incontrato e intervistato (here the English version) uno dei protagonisti dell’esposizione, Samson Akichem Lokele, un chirurgo oftamologo, che lavora in Turkana (regione del nord del Kenya) e combatte da anni contro il Tracoma. Una delle infezioni più diffuse al mondo che se non curate provocano cecità e ne soffrono migliaia di persone nel mondo, una delle cause sono le scarse condizioni igieniche.
– Nell’iniziare la nostra chiacchierata penso a come non sia per niente facile svolgere la professione di chirurgo in Africa.
Si, non è confortevole perché spesso dobbiamo operare in una chiesa oppure in una aula scolastica o qualsiasi posto che troviamo disponibile, nel deserto kenyota.
– Si occupa solo della cura del tracoma oppure anche di altre patologie?
Si, io sono specializzato nella chirurgia dell’occhio. Sono un oftalmologo in Kenya, nelle parti più remote e povere del paese. Mi occupo sia della chirurgia del Tracoma che della Cataratta.
– È felice di essere uno dei protagonisti del museo e della nuova galleria?
Si sono molto felice e fiero di essere in questa galleria perché non me l’aspettavo di farne parte.
– È la sua prima volta in Inghilterra?
No è la seconda volta, lo scorso mese ho incontrato la Regina e ho festeggiato con lei tutto quello che ho fatto in Kenya e i risultati ottenuti.
– Di cosa si occupa in Kenya?
Insegno alle persone come prevenire il tracoma, quando è possibile cerco di curarlo, do indicazioni su come difendersi da questa malattia, opero e ispiro le altre persone a fare bene il loro lavoro.
– Ha tanti casi di tracoma?
Si, ne ho avuti parecchi ma ora si sono ridotti, a un livello più controllabile e siamo riusciti ad ottenere questo risultato grazie alle varie attrezzature a disposizione. In Turkania, ci sono persone trascurate, marginalizzate e povere. Un altro grande problema sono le lunghe distanze. Dobbiamo attraversare montagne e fiumi per poter operare le persone e prenderci cura di loro. Abbiamo bisogno di una chirurgia più accessibile, cure più accessibili e dare in questo modo la possibilità alle persone di migliorare la loro vita e la qualità della loro vita. Noi in questo siamo supportati da un consorzio composto da Amref, Sight Savers International, Christian Blind Mission and Turkana Eye Project.