La depressione, la tristezza e la sacra collera

di Francesca Pegozzo

Osservo i miei clienti, le persone che amo, me stessa quando si assume un atteggiamento di frustrazione.

Che cosa avviene in noi quando siamo tristi? Quando non abbiamo voglia di alzarci la mattina? Quando siamo scontenti? Vogliamo andarcene, fuggire dalla vita che stiamo facendo.

Oppure succede che vorremmo solo dormire e magari svegliarci tra un anno, come potessimo delegare alla vita di fare lei per noi.

Non abbiamo più voglia di fare quello che stiamo facendo. Non abbiamo più voglia di rivestire un ruolo che è da tempo quello che ci identifica.

La depressione ci sorprende quando c’è un calo di serotonina e di ossitocina nel cervello.

Non percepiamo la bellezza che abbiamo attorno, non abbiamo più la capacità di sentire la prospettiva, manca entusiasmo.

Vorremmo averlo, quanto lo desideriamo! Ma nulla, come se un circuito fosse rotto,ed il segnale “amore per la vita, felicità” fosse disperso in chissà quale deserto dentro o fuori di noi.

Che cosa ci sta accadendo?

La natura è perfetta. Non sei uno sfigato quando accade questo.

Il corpo, il cervello sono perfetti e anche in questo caso ti stanno comunicando qualcosa di interessante e grandioso. Anche da solo puoi scoprirlo. Ecco come:

Questo disinteresse nei confronti di te stesso o della tua vita accoglilo, ci sta, va bene.

Come accetti questo, accogli la stanchezza e fai il minimo indispensabile.

Ora, so che potresti pensare: “Ho un lavoro, come faccio?” “Ho i figli piccoli, come faccio?” “Ho il partner che non capirebbe, come faccio?”

Si fa, l’ascolto interiore ti spetta per diritto di nascita. Se crolli tu, crolla tutto il mondo che hai attorno, perciò renderti l’oggetto sacrificale non dà beneficio a nessuno.

Aggiungo che la cantilena del “Si,ma,però..se, forse, no..” Sono giustificazioni che identificano la tua “non voglia” fino in fondo di fare luce in te, perché evidentemente stai ancora comodo dove sei.

Esattamente tutto avviene per vedere un nuovo pezzo di te, sconosciuto.

Per anni hai fatto i conti con un te stesso impostato in chissà quale tempo indietro, e se adesso sei triste, forse significa che è il momento di guardarsi allo specchio e chiedersi “Ora chi sono? Che cosa voglio?”

La depressione ti trattiene nel passato, in un qualcosa che non esiste più, fosse anche una parte di te o un progetto tuo, anche non andato a buon fine. E qual è il problema?

Il problema è che non vedi che semplicemente devi lasciare andare, altrimenti ti farai trascinare da un’illusione di te.

Lascia andare ciò che vesti oggi, sii sincero con te stesso, sii leale fino in fondo e senti che cosa non va più per te e cosa invece vorresti.

Appuriamo che ti stai prendendo del tempo per te: lavori il minimo indispensabile e finalmente te ne freghi di essere sempre all’altezza nel tuo lavoro. Appuriamo che riesci a delegare qualcuno per la famiglia o veramente fai quello che puoi senza pensare di dover avere una medaglia d’oro ogni fine serata. Appuriamo che se il tuo partner non comprende se ne farà una ragione perché inizi a sentirti davvero privo d’energia, allora questa domanda te la fai? “Che cosa va bene per te adesso? che cosa desideri?”

Il desiderio è indicatore di una mancanza nella nostra vita. Almeno lo viviamo così.

Il nostro atteggiamento non è “Che bello! Desidero questo, ora mi organizzo come poter realizzarlo”

Assolutamente ci mettiamo in condizioni di svantaggio.

“Desidero questo, e come faccio? Non ho tempo, soldi, nessuno mi capisce…”

Da quanto tempo non ti ascolti? Sai ascoltarti?

Arriva un momento in cui la sottomissione a tutto ciò che non sopporti più ,viene messa in ginocchio dalla tua rabbia che io definisco come “sacra collera”.

La persona depressa è una persona sottomessa, impotente. Che cosa può rompere queste catene di prigionia? La sacra collera, la ribellione!

Succede così o può succedere in modo più ragionevole.

Ascoltare se stessi significa smettere di vedere chi sono gli altri,che cosa hanno gli altri.

Inizia a smettere di guardare fuori ed osservati dentro da dove ti hai lasciato, per un progetto o per un amore o per un lavoro.

Chiediti davvero che cosa vuoi per te stesso.

E’ tempo? Prendi tempo E’ più energia? Riposa o ricaricati con ciò che ti piace.

Non sei più sicuro della relazione in cui sei, anche se hai mutuo, figli e vincoli? Prendine atto, semplicemente.

Prendere atto di un proprio sentire è una liberazione enorme. E pian piano sono sicura che riuscirai a trovare una soluzione o chi ti possa aiutare a metterla in atto.

Sei affranto e deluso perché nonostante tutto l’impegno un progetto non è andato come volevi? Mi dispiace, se hai fatto tutto quello che potevi, la notizia meravigliosa è che un altro progetto sta aspettando te.

I sintomi che noi decifriamo come negativi in definitiva sono solo messaggi che stanno parlando di noi, del nostro profondo io che ci invita ad affacciarci ad un cambiamento per essere più realizzati e felici.

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