La poesia svanita del calcio italiano

di Marco Federico Guarnieri

Una miriade di bambini italiani cresce col mito del pallone nel cuore. Si tratta senza ombra di dubbio di uno degli sport più poetici in assoluto: vedere il proprio mito, il calciatore impresso sui poster delle nostre camere, segnare al novantesimo regala gioie immense e momenti indimenticabili. Da tempo però il calcio ha perso gran parte del suo fascino e quest’anno forse ancora di più. A nulla vale l’arrivo nel nostro campionato di un’icona come l’asso Portoghese Cristiano Ronaldo.  Il motivo di tutto ciò? Il business che si è creato dietro le quinte di uno degli sport più belli al mondo. Già gli stadi vecchi e il costo proibitivo dei biglietti non aiutava. A ciò si aggiunge poi l’assurdo sistema dei diritti televisivi che permettono di trasmettere le partite su qualsiasi piattaforma satellitare, digitale o streaming che sia. Per la stagione 2018/2019 la Lega Serie A ha venduto i diritti televisivi per la trasmissione delle gare stabilendo il divieto di acquisto di tutti i pacchetti da parte di un solo operatore. Questo vuol dire che la Serie A non sarà visibile su una sola piattaforma ma sarà ripartita fra Sky e il gruppo Inglese Perform (che rilascia i suoi contenuti tramite l’app Dazn) alle quali verranno ripartite rispettivamente sette e tre partite da trasmettere in esclusiva per ogni giornata di campionato.

Le due emittenti hanno comunque raggiunto un accordo per poter irradiare le partite sulla piattaforma di proprietà del magnate Murdoch ma ciò comporterà un aumento del canone mensile (come se non fosse già abbastanza oneroso).

Le reazioni sono state veementi: molti utenti hanno minacciato di disdire l’abbonamento. Come si possono infatti tollerare continui aumenti di canone a fronte di calciatori ormai divenuti pressoché modelli, che tra ingaggi e sponsor vari guadagnano più di quanto mente umana possa lontanamente concepire?

Diceva Pasolini: “I pomeriggi che ho passato a giocare a pallone sui Prati di Caprara sono stati indubbiamente i più belli della mia vita. Mi viene quasi un nodo alla gola, se ci penso. Allora, il Bologna era il Bologna più potente della sua storia (…) Che domeniche allo stadio Comunale!”

Tempi che furono. Rassegnamoci al fatto che ogni anno che passa il calcio diventerà sempre più uno sport per ricchi.

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