Dal 1 gennaio 2018 la legge di conversione del decreto legge 123/2017 stabilisce l’uso obbligatorio di sacchetti biodegradabili per frutta e verdura i quali saranno a pagamento e non riutilizzabili, aspetti su cui non sono mancate le polemiche. Il costo del singolo sacchetto è stimato attorno ai 2-3 centesimi. Aumento della spesa annua stimata: 15 euro. In caso di inadempienza le multe saranno salate per i venditori. Lo scandalo? Pare che questa legge sia stata fatta ad hoc da Renzi come regalo ad una sua amica, Catia Bastioli, che anni prima aveva partecipato alla Leopolda (per questo ‘amica’ dell’ex-premier) e niente meno che amministratrice delegata di Novamont, un’azienda che ha raggiunto una leadership, riconosciuta a livello internazionale, nel settore delle bioplastiche. In realtà però il monopolio non sarà della Novamont, anche se questa certamente si arricchirà, infatti esistono molti altri produttori di sacchetti biodegradabili; inoltre la legge risponde ad una direttiva europea che come obbiettivo ha la semplice salvaguardia dell’ambiente limitando l’uso di plastiche dannose sull’onda delle norme del 2011 che hanno messo al bando i normali sacchetti di plastica. Non è ben chiaro però perché i sacchetti vengano pagati dai consumatori, ma soprattutto perché questi non possano essere riutilizzati, inoltre la normativa europea pare non essere così restrittiva come la legge italiana invece è.