Sbarcato sulla piattaforma di Amazon il 4 giugno, e preceduto da un battage social e mediatico che ha puntato molto sui suoi giovani interpreti, “Maschile singolare” è un piccolo gioiello che avrebbe meritato il grande schermo con le riaperture delle sale.

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di Renato Aiello
“Ci sta, anch’io ho preso una pausa. Ehm, ascolta, con te è diverso, farà ridere, tutto quello che vuoi, però sento una connessione, non so cosa farci!”, confessa Thomas al protagonista Antonio, che poi lo rassicura: “Come hai detto che ti chiami, Thomas, giusto? Non c’è bisogno di queste frasi a effetto, stasera scopiamo comunque, ok?”. E Thomas rilancia, prima di dargli un bacio: “E domani?”.
Questo piccolo, tenerissimo dialogo compare a circa un’ora e passa dall’inizio del film e racchiude in tre battute l’essenza stessa di “Maschile singolare”: l’amore fugace, leggero, scanzonato, ma anche quello più serio, impegnato, come investimento di coppia e su sé stessi.
La pellicola diretta a quattro mani da Matteo Pilati e Alessandro Guida è una commedia agrodolce, pensosa, divertente e a tratti molto malinconica, che avrebbe meritato senza ombra di dubbio il passaggio in sala, considerando anche le riaperture dei cinema, e molto più di tanti film e opere prime passate sul grande schermo in questi anni.
Dal 4 giugno è possibile vedere questo gioiellino registico, scritto senza troppe sbavature e ben interpretato da giovani promesse del nostro cinema, su Amazon Prime Video, e ne vale davvero la pena.
Sceneggiatura ben calibrata, dialoghi asciutti e spesso folgoranti, scambi e riflessioni esistenziali che sembrano quasi rivolti allo spettatore, una fotografia ben confezionata e tutta la freschezza di un poker maschile “plurale” di attori belli, bravi e già noti agli appassionati di fiction televisive: Gianmarco Saurino, Giancarlo Commare, Eduardo Valdarnini e Lorenzo Adorni.
Commare veste i panni di Antonio, marito devoto ma disoccupato, che si ritrova improvvisamente senza il compagno di una vita, senza casa e soprattutto senza lavoro. Laureato in architettura con poca fortuna e appassionato di dolci, il giovane siciliano non ha costruito nulla in vita sua e si è adagiato troppo nella dipendenza affettiva ed economica dal suo sposo, pagandone improvvisamente – causa divorzio -, tutte le conseguenze. Ma se è vero che dalle situazioni spiacevoli può nascere il bene e che ogni crisi è un’opportunità preziosa di cambiamento e rinnovamento, anche la separazione di Antonio aprirà strade inaspettate e gli farà incontrare nuovi amici, amori, nonché trovare un lavoro e una casa. A cominciare proprio dal coinquilino bohémien (Valdarnini), passando per l’aitante Luca, fornaio pasticciere incontrato in palestra prima da sposato e ritrovato poi nella bakery per un colloquio di lavoro notturno (Saurino), fino a Thomas “Tommy”, fotografo emiliano ma d’adozione milanese (Lorenzo Adorni), con cui capirà fino in fondo la lezione della nonna sul mascarpone: per un buon tiramisù non va comprato già fatto, e se lo si prepara bene, ma davvero bene, è buono da mangiare anche solo così, al cucchiaio.

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Il formaggio del semifreddo italiano più amato e diffuso al mondo si trasforma così nel perfetto correlativo oggettivo del destino di Antonio, esemplificato dal bellissimo (ma amaro) finale del film, e rispecchia fedelmente il “maschile singolare” del titolo. Tra vecchie e nuove conoscenze, albe di passione nel laboratorio dolciario, improbabili uscite di coppia in Spa e innumerevoli match sulle app di dating, si celebra una storia di crescita personale sofferta, non priva di stop and go, di incertezze, paure e reticenze, e persino d’amore, sottolineata dalle glaciali note della colonna sonora (su tutte spicca la canzone “New Love” di Gaudino e Sneider, autori del commento musicale). Intelligente poi l’uso della lirica e della classica per accompagnare i momenti chiave e i punti salienti del racconto.
“Maschile singolare” è il film del mese e di questa estate, seppur di ambientazione invernale: un vero colpo di fulmine, un balsamo per occhi e cuore.