Fatta eccezione per alcune realtà, le periferie rappresentano un’icona di degrado e di abbandono. Se è vero (come è vero) che in alcuni posti le istituzioni si sforzano per migliorare le condizioni di vita di quelle persone che vivono la città fuori dalla città, è altrettanto vero che sono le associazioni di volontariato le vere protagoniste, a braccetto con la cittadinanza, di quel bisogno di riscatto tipico delle aree conosciute come depresse. L’Associazione “Città senza periferie” opera a Napoli (zona nord e orientale) dal 2006 con attività tese alla promozione di iniziative umanitarie e culturali con particolare attenzione rivolta alle questioni inerenti la difesa dell’ambiente, la cultura della legalità e dei diritti civili, del disagio e della sofferenza. Per conoscere meglio il sodalizio abbiamo parlato con il presidente Michele Attanasio.
– Voglia di mettersi in gioco per fare squadra, fare associazione. Com’è nata l’idea di “Città Senza Periferie”?
L’idea di Città Senza Periferie, nasce nel lontano 2006 dall’iniziativa di alcuni cittadini residenti nelle zone nord e orientale di Napoli, che intendevano e intendono promuovere e diffondere, attraverso il lavoro della cittadinanza attiva, lo sviluppo culturale, economico ed artistico in area particolarmente depresse ed emarginate della città, quali, appunto, le periferie.
– Cosa significa vivere la periferia?
Vivere la periferia significa scontrarsi ogni giorno con problematiche quotidiane che affliggono questi posti. Soprattutto in zone dove insistono rioni di edilizia popolare. Realtà completamente abbandonate a se stesse dalle Istituzioni centrali, rioni degradati, mancanza di manutenzione agli immobili e del verde pubblico, impianti sportivi e centri di aggregazione inesistenti. Periferie lasciate sole e allo sbando totale.
– Attività ricreative e di prevenzione-sensibilizzazione, doposcuola, manutenzione del verde pubblico e in alcuni casi anche del manto stradale come per le buche nel quartiere San Pietro a Patierno di qualche anno fa, sagre e presepe vivente. Quali sono i campi d’azione dell’Associazione e quali sono i rapporti con le istituzioni locali e la cittadinanza?
Per quanto possibile fare si è cercato di collaborare con la cittadinanza e con le Istituzioni. in passato abbiamo anche messo in campo attività di doposcuola, purtroppo non sempre è possibile garantire questo tipo di attività. Quando possiamo ci occupiamo anche di alcuni spazi di verde pubblico. Ogni inizio di anno scolastico, formalizziamo un protocollo di intesa con l’istituto comprensivo Radice – Sanzio – Ammaturo, per offrire la nostra disponibilità in qualità di associazione del territorio. In modo particolare ci occupiamo della cura del verde del giardino del plesso Sanzio di via Rosa dei Venti, confinante con il bronx di via della Bussola. Un giardino grandissimo dove all’interno sono stati creati anche diversi moduli dedicati al progetto orto sociale. L’associazione ha anche adottato circa una decina di panchine comunali, quasi distrutte. Grazie ad un componente dell’associazione bravo nella lavorazione del legno, sono state tutte recuperate e periodicamente sono trattare con vernici per affrontare le varie stagioni. La colmatura di alcune buche al manto stradale, avvenne in un periodo di assenza totale alla manutenzione stradale. Fu più una sorta di provocazione… però c’è da dire che le buche colmate dai volontari non si sono mai più riaperte… Sagre, parate di carnevale per le strade, distribuzione di giocattoli in occasione delle festività Natalizie e tantissime altre attività sono benvolute dalla cittadinanza, momenti di aggregazione e divertimento fanno sempre piacere ai bambini e adulti. La convenzione in essere con il Banco Alimentare Campania Onlus, consente all’associazione di aiutare circa 300 nuclei familiari con generi alimentari di prima necessità. Un lavoro massacrante e delicato che portiamo avanti con orgoglio da svariati anni. A settembre partirà un progetto che interesserà le scuole presenti sul territorio della VII Municipalità, Miano – Secondigliano – San Pietro a Patierno. Il progetto vedrà coinvolti associazioni, scuole e Istituzioni territoriali. IPASS il nome del progetto “Passaporto contro la violenza sulle donne e la violenza di genere” un progetto di crowdfunding portato avanti in collaborazione con la Gesac Aeroporto Internazionale di Napoli – la piattaforma Meridonare ed il consorzio di cooperative sociali Proodos. I nostro campi di azione variano a seconda delle esigenze del territorio. Se c’è bisogno di noi non ci sottraiamo nel dare una aiuto. Per quanto riguarda le Istituzioni locali, siamo sempre aperti ad un serio e proficuo confronto. Le nostre iniziative sono sempre ed esclusivamente a supporto delle stesse.
– Servizio Civile Nazionale e Garanzia Giovani, in che modo il Sodalizio abbraccia l’opportunità riservata ai vari enti ma soprattutto ai giovani?
Per quanto riguarda il Servizio Civile, siamo una realtà piccola, disponiamo al massimo di 4 risorse, con questi numeri diventa difficile creare opportunità per i giovani del territorio. Avremmo bisogno di una sede molto più grande, purtroppo non disponiamo di risorse economiche che ci consentirebbero la gestione di una sede diversa da quella attuale.
– Vogliamo fare un appello per sostenere questa bella realtà sociale e di cittadinanza attiva?
Mi sembra opportuno informare che la nostra associazione si sostiene economicamente attraverso le quote versate dai soci e da quanto si riesce a ricavare, se siamo bravi, dal 5×1000. Tutte le attività svolte sono completamente a km 0. L’appello che ci sentiamo di lanciare è il seguente: per coloro che hanno la possibilità di donare il 5×1000 lo possono fare inserendo il nostro codice fiscale 95078600632 all’interno della dichiarazione dei redditi, oppure al modulo che si riceve insieme al CUD. A loro non costa nulla a noi sicuramente da una mano a portare avanti le nostre iniziative.