Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 i tedeschi catturarono 22 persone, le costrinsero a scavarsi una fossa che avrebbe dovuto raccogliere i loro corpi dopo la fucilazione. Salvo D’Acquisto si autoaccusò, offrendo la sua vita in cambio della liberazione dei 22 ostaggi. A Napoli la commemorazione e l’inaugurazione del Museo Museo che porta il suo nome.
di Ersilia Di Palo

Nel centenario della nascita di Salvo D’Acquisto e nel 77° anniversario del suo sacrificio, il giorno 15 ottobre del 2020, nella splendida Basilica di San Gennaro ad Antignano, con una solenne concelebrazione eucaristica, presieduta dal cappellano militare della Legione Carabinieri di Napoli, è stato commemorato il “Servo di Dio”, del quale è in corso la causa di beatificazione.
Il fratello Alessandro, le autorità dell’Arma dei Carabinieri, nonché civili ed esponenti del mondo dell’informazione, hanno reso omaggio alla memoria del giovanissimo vice brigadiere, Medaglia d’Oro al valore militare, conferitogli con decreto del 25 febbraio 1945 con la seguente motivazione: «Esempio luminoso d’altruismo, spinto fino alla suprema rinuncia della vita, sul luogo stesso del supplizio, dove, per barbara rappresaglia, era stato condotto dalle orde naziste insieme con 22 ostaggi civili del territorio della sua stazione, pure essi innocenti, non esitava a dichiararsi unico responsabile di un presunto attentato contro le forze armate tedesche. Affrontava così — da solo — impavido la morte, imponendosi al rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo una nuova pagina indelebile di purissimo eroismo nella storia gloriosa dell’Arma. » Torre di Palidoro (Roma) 23 settembre 1945.
Un doveroso ricordo da parte della circoscrizione Vomero che diede i natali a Salvo D’Acquisto. L’eroe, infatti, è nato e vissuto nel quartiere Vomero, in Via San Gennaro, nel rione Antignano, proprio nei pressi della Basilica che lo ha commemorato e nella quale il giovane andava a pregare.
Aveva frequentato tutte le scuole negli istituti vomeresi a partire dall’asilo, presso le figlie di Maria Ausiliatrice, fino al Liceo classico al Giambattista Vico. Nel 1934 lasciò gli studi e anche il Conservatorio “San Pietro a Majella” che frequentava con merito, cantando da baritono, per arruolarsi nell’Arma dei Carabinieri.
Conseguito il grado di vice brigadiere, nel 1943 era stato destinato alla stazione dei Carabinieri di Torrimpietra, vicino Roma. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, un reparto di paracadutisti tedeschi fu investito dall’esplosione di una bomba a mano: due dei soldati morirono e altri due rimasero feriti. Credendo ad una rappresaglia, i tedeschi catturarono 22 persone, scelte a caso fra gli abitanti della zona e nelle vicinanze di Torre Palidoro le costrinsero a scavarsi una fossa, che avrebbe dovuto raccogliere i loro corpi dopo la fucilazione. Salvo D’Acquisto si autoaccusò, offrendo la sua vita in cambio della liberazione dei 22 ostaggi.
Era il 23 settembre del 1943. Torre Palidoro è oggi il luogo della memoria, dove, al grido di “Viva l’Italia”, il nostro eroe fu fucilato dando prova di coraggio, di fede e di altruismo.
In questo luogo, in occasione del 77° anniversario del suo sacrificio, è stato inaugurato il Museo “ Salvo D’Acquisto”.
La figura dell’eroico carabiniere è stata commemorata in molte città d’Italia. Anche a Napoli , in presenza del Prefetto, Marco Valentini, e di una rappresentanza militare è stata posta una corona d’alloro sul monumento a Salvo D’Acquisto, nella piazza a lui dedicata.
I suoi resti mortali riposano dal 1986 nella Basilica di Santa Chiara a Napoli.
In un momento storico, dove prevale il nichilismo, il cinismo e l’egoismo, il sacrificio di Salvo D’Acquisto ci appare come un’incredibile testimonianza di umanità e dignità.