“Nati due volte”, la difficoltà di essere diversi in Italia

“Nati due volte” parla con malinconia e sprazzi di brio comico della piaga della transfobia. Protagonista assoluto è Fabio Troiano: Violenze psicologiche domestiche, soprusi paterni e degli amici di paese si alternano nella ricognizione dell’ingombrante passato insieme a quel primo amore con Giorgio.

di Renato Aiello

“Nati due volte” Fabio Troiano e Euridice Axen

Le cronache più recenti di settembre ci hanno raccontato di un tragico e tristissimo episodio di intolleranza omofobica in Italia, in quel di Caivano in Provincia di Napoli in Campania, dove un fratello per “punire” la sorella, colpevole di amare una ragazza trans, ne ha causato di fatto la morte con un incidente d’auto.

Spesso dimenticata, la transfobia è una delle tante piaghe dell’intolleranza in Italia, frutto di ignoranza, bigottismo e oscurantismo religioso.

Un film passato in sala l’anno scorso un po’ in sordina e adesso disponibile su Amazon Prime Video, Nati due volte, ne parla con malinconia e sprazzi di brio comico.

Protagonista assoluto è Fabio Troiano, Maurizio nel film, che torna al paese natio, Foligno in Umbria, dopo un trasferimento giovanile a Milano in cui ha cambiato tutto di sé letteralmente. Di Teresa conserva infatti solo un vecchio documento d’identità e una patente che sarà foriera di rivelazioni spiazzanti. Maurizio è un uomo transgender a tutti gli effetti, con una vita a Milano, tante incertezze e un bagaglio di dolori e ricordi spiacevoli legati alla sua adolescenza umbra.

Violenze psicologiche domestiche, soprusi paterni e degli amici di paese si alternano nella ricognizione dell’ingombrante passato insieme a quel primo amore con Giorgio vissuto senza troppa convinzione, considerandosi un uomo intrappolato in un corpo di donna.

Il ritorno per i funerali della madre Angela, l’unica davvero vicina e comprensiva del suo mal di vivere, accenderanno una catena di incontri e scontri con Paola, la nuova compagna di Giorgio, e il suo vecchio amico, per arrivare a un finale di speranza con uno sconvolgente colpo di scena, forse anche un po’ posticcio nell’equilibrata e asciutta sceneggiatura rivelatasi fino a quel momento.

La regia di Pierluigi Di Lallo è abbastanza ferma, la trama appassiona  e coinvolge, fa riflettere sul coraggio delle scelte e di essere sé stessi in Italia, per niente facile oggi.

Non siamo nel profondo Sud o nel Nord Nordest, eppure anche nella civilissima Umbria, che solo di recente con la nuova giunta regionale di centrodestra stava rimettendo in discussione la legge 194 sull’aborto, non mancano episodi di omofobia (è tratto da una storia vera).

Troiano è molto bravo nel tratteggiare questo personaggio misterioso e carico di mestizia interiore e ad affiancarlo c’è un cast interessante di coprotagonisti e comprimari, nonché la partecipazione dell’attore e doppiatore Francesco Pannofino nel ruolo del padre, di Catena Fiorello e persino di Umberto Smaila.

Giorgio è interpretato da Marco Palvetti, l’indimenticabile Salvatore Conte di Gomorra la serie, lo spietato boss camorrista e narcotrafficante che proprio nella sua ultima apparizione della fiction Sky, la terza puntata della seconda stagione, viveva una storia d’amore drammatica con una donna trans di periferia: liaison tormentata che gli fu fatale nel clan.

La compagna italo argentina che stringe amicizia con Maurizio è Euridice Axen, mentre il personaggio del parroco solidale con Maurizio è affidato all’istrionico Gabriele Cirilli.

Spazio anche per Rosalinda Celentano e Vittoria Schisano, entrambe appena entrate nel cast di Ballando con le Stelle 2020, che nel film rivelano una vis comica a tratti esilarante, la quale alleggerisce molto la cupezza dei sentimenti e le tensioni di un inaspettato ménage à trois anticonvenzionale.

Già vincitore del Premio del Pubblico all’ICFF Italian Contemporary Film Festival di Toronto, il film è prodotto da Gianluca Vania Pirazzoli e Oberon Media, sceneggiato dal regista con Francesco Colangelo e Riccardo Graziosi e si avvale della direzione della fotografia di Claudio Zamarion, delle scenografie di Giuliano Pannuti, delle musiche originali di Pinuccio Pirazzoli, dei costumi di Electra Del Gaudio e del trucco di Vittorio Sodano.