Laureata in Filosofia e giornalista pubblicista, Chiara Parenti ha esordito nella scrittura nel 2014 con “Tutta colpa del mare ( e anche un po’ di un mojito)” , a cui sono seguiti “Con un poco di zucchero” e “L’importanza di chiamarsi Cristian Grei”, tutti usciti per la collana “Youfeel” di Rizzoli. A gennaio 2017 esordisce in libreria con il primo romanzo cartaceo “La voce nascosta delle pietre” edito da Garzanti e tradotto anche in Spagna e America Latina per le Ediciones B. A giugno 2018 è uscito il secondo romanzo “Per lanciarsi dalle stelle” , sempre edito da Garzanti.
– Chiara Parenti, sei partita subito con grande successo tant’è che la Garzanti ti ha voluto con sé. Una scrittrice che conserva la meraviglia dello sguardo verso ciò che scrive, cosa molto rara. La maggior parte degli scrittori dopo il successo si parla addosso. Tu invece come riesci a coltivare quello che io chiamo “lo stupore dello scrittore”?
Credo perché mi piace quello che scrivo e, specie nel caso di questo ultimo romanzo, lo sento addosso.
– Sei riuscita a trasformare la tua passione per la scrittura in un lavoro. Quando hai capito che potevi farcela?
Quando la mia agente mi telefonò due anni fa per dirmi che Garzanti aveva preso il mio libro. Li ho iniziato a crederci veramente.
– Dopo il successo de “La voce nascosta delle pietre” eccoti con il secondo romanzo “Per lanciarsi dalle stelle”. Anche tu ti sei lanciata dalle stelle ovviamente. Cosa si prova a liberarsi delle proprie paure?
“Con l’anima che ti esplode di vita”, come dice Sole. Ti senti più forte e lo sei davvero. È una sensazione di grande soddisfazione e, come succede a Sole, ha il grande potere di innescare un circolo virtuoso: più affronti le tue paure, più trovi la forza per superarne altre. Certo, la lista delle paure è potenzialmente infinita, almeno per me, e ogni giorno si presenta sempre una nuova sfida. Ma adesso, al contrario del passato, sono più consapevole e accetto tutte le mie debolezze. Sento arrivare la paura, la riconosco da lontano e capisco quando sta per bloccarmi: quindi ho il tempo di prendere un respiro profondo, fermarmi e raccogliere le energie per lanciarmi. Ormai so che sono le cose che non voglio fare quelle che in realtà “devo” fare per crescere e superare i miei limiti.
– Il romanzo è incentrato sulle paure che impediscono alle persone di volare. Sole, la protagonista del romanzo è una ragazza piena di timori e insicurezze come ce ne sono tante e che poi pian piano capisce che può riuscire perfino lei a “lanciarsi dalle stelle”. Chi è Sole?
Sole siamo un po’ tutte noi. Come dici tu è una ragazza piena di paure che a 25 anni ha vissuto per metà. Ha scelto un lavoro sicuro dietro casa per paura di fare l’università, non ha mai avuto un ragazzo perché l’amore è meno pericoloso immaginarlo tra le pagine di un libro che viverlo realmente. La paura l’ha sempre frenata, e lo ha fatto senza che lei nemmeno se ne rendesse conto. Purtroppo ci vorrà un evento tragico e inaspettato per sconvolgere l’equilibrio “perfetto” che si era creata, un vero e proprio terremoto che tirerà all’aria ogni sua certezza e costringendola a guardarsi dentro per la prima volta.
– Quanto coraggio ci vuole “per lanciarsi dalle stelle” e come si allena questo coraggio?
Credo che “lanciarsi dalle stelle” possa significare per ciascuno di noi una cosa diversa: magari per qualcuno è buttarsi col paracadute e per qualcun altro vuol dire riuscire a esprimere i propri sentimenti. Le paure assumono un volto diverso per ciascuno di noi, perché vivono nella nostra testa, e il coraggio che ci vuole è anch’esso strettamente personale, a mio parere. Per me, parlare in pubblico può richiedere uno sforzo (e quindi un coraggio) maggiore che tenere in mano un serpente, per qualcun altro può essere diverso. In ogni caso, come dice Sole, il coraggio è un muscolo e come tale ha bisogno di essere allenato. Il solo allenamento possibile è affrontare le proprie paure, non ci sono scorciatoie. Il “trucchetto”, se così si può dire, è sì farsi una propria lista delle cose che ci spaventano di più come ha fatto Sole, ma assegnare un punteggio a ciascuna voce. Si potrà iniziare quindi da quella che ha un punteggio minore e che quindi ci “spaventa” meno e via via aumentare il tiro, fino ad arrivare a ciò che più temiamo.
– Accanto a Sole c’è l’amica Samanta, a cui a sua volta lei insegna a buttarsi nella vita. Credi che il coraggio bisogna darselo da soli oppure è bene avere qualcuno accanto?
Credo che siamo animali sociali, quindi gli altri sono fondamentali per noi. È chiaro che il lavoro maggiore dobbiamo farlo noi stessi, però a mio avviso le persone che abbiamo vicino possano avere una grande influenza su di noi e sui nostri atteggiamenti. Se abbiamo qualcuno che ci sprona e che sa tirare fuori il meglio di noi dandoci fiducia, sicuramente la nostra apertura verso la vita sarà maggiore e la paura troverà un terreno meno fertile su cui attecchire. Insomma, come dice Sole: la paura è contagiosa, ma anche il coraggio lo è.
– “Per lanciarsi dalle stelle” è ambientato a Campomarino in Molise. Perché hai scelto questa regione piena di paesaggi meravigliosi?
Mi serviva una terra che fosse un po’ come la protagonista, riservata e lontano dalle luci della ribalta ma che al tempo stesso avesse moltissimo da offrire. Se su Google cerchi “Il Molise” il primo risultato che appare è “Il Molise non esiste” e molti sono i siti che ironizzano su questo, partendo dal fatto che non ci sono un piatto, una canzone, qualcosa di tipico di questa regione. Anche Sole all’inizio della storia vive così: in punta di piedi, senza dare nell’occhio, quasi non esistesse. Il progetto che intraprenderà allora sarà un viaggio dentro se stessa ma anche attraverso quella sua terra che sente così vicina e simile a lei, discreta e silenziosa, ma in grado di offrire meraviglie. Sole e il Molise sono uguali in questo, tutte da scoprire.
– Il romanzo insegna come assaporare ogni attimo della vita. Credi sia importante in questa epoca di chiusura mentale e di abbrutimento, aprirsi al coraggio di esistere senza menzogne e retorica?
Credo sia fondamentale. Penso che viviamo immersi nella paura e in questo momento storico più che mai credo sia necessario liberare e aprire la mente. Come dice Sole, dalla paura non nasce pensiero critico e autonomo, né crescita interiore. Solo vincendo le paure lo sguardo si purifica, il pensiero diventa lucido abbastanza per trovare la propria visione del mondo, la propria verità.”
– Stai presentando il libro in giro per l’Italia. Quale riscontro hai avuto riguardo il tema del tuo romanzo?
Tutti abbiamo paura di qualcosa e identificarsi in Sole alla fine è davvero semplice. Quando l’ho scritto, speravo in questa identificazione e soprattutto speravo che questa storia potesse essere di incoraggiamento per tutti quelli che si sentono come Sole. Volevo che la storia di questa ragazza piena di timori e insicurezze li spronasse a splendere, senza paura, senza rimandare, senza rimpianti. Quindi quando oggi mi scrivono che proveranno anche loro a scrivere una lista di paure da affrontare, sono proprio felice!
– Dove ti piacerebbe presentare il libro e ancora non ci sei riuscita?
Proprio a Campomarino, la città in cui è ambientato.