Pino Aprile: “Lo Stato italiano dà al Sud 85 miliardi di euro in meno, a parità di popolazione, rispetto ai cittadini del Nord”

“Ma se il Sud deruba il Nord da un secolo e mezzo, come mai il ladro è sempre più povero e il rubato è sempre più ricco?” Ha esordito così il giornalista e scrittore Pino Aprile nella puntata di giovedì scorso, 26 ottobre 2017, di Nemo – Nessuno escluso su Rai Due parlando del divario – attuale -tra Nord e Sud

Nel corso dell’intervento Aprile ha marcato come  “La questione meridionale nacque con l’annessione del Regno delle Due Sicilie al Regno di Sardegna, con una guerra non dichiarata per unificare l’Italia. Furono stragi, deportazioni, carcerazioni in massa per centinaia di migliaia di persone. E chiusero le più grandi fabbriche d’Italia che allora erano al Sud. E cominciò l’emigrazione, che non era mai esistita in quelle terre. E il Sud divenne colonia del Nord. Il 66% di tutti i soldi d’Italia erano nel Regno delle Due Sicilie e con loro delle banche del Sud finirono al Nord a finanziare opere pubbliche e la nascita dell’industria. Ma ci vollero, nonostante questo, ottant’anni perché per la prima volta nella storia tutte le regioni del Sud divenissero più povere di quelle del centro Nord”.

Chi parla di residuo fiscale – ha proseguito Aprile – “vi sta prendendo in giro, perché lo Stato italiano dà al Sud 85 miliardi di euro in meno, a parità di popolazione, rispetto ai cittadini del Nord. Mentre per gli investimenti 6 miliardi e mezzo in meno sempre all’anno. E non solo, in questa cifra inferiore, ci sono anche i fondi europei, quindi vuol dire che l’Italia di suo non ci mette quasi niente. Questo forse spiega perché il 100% degli alunni di Monza ha la mensa scolastica, e a Reggio Calabria lo 0,07%, e perché per l’infanzia e la famiglia a Trieste si spendono quasi 400 euro pro capite e a Vibo Valentia meno di 10. E a Matera aspettano ancora il treno da un secolo e mezzo, e in Sicilia per fare 300 chilometri in treno ci vogliono 14 ore e mezzo, ma tra Torino e Milano c’è una linea di alta velocità progettata per 400 treni al giorno (manco Pechino-Shanghai) su cui corrono solo 40 treni ed è costata, questa linea, al chilometro, sette volte quello che costa in Francia”.

“L’olio italiano, grazie all’allora ministro dell’Agricoltura Zaia ed ai suoi successori, che potrà essere venduto, l’olio d’oliva, in Canada, è solo quello veneto. Per accordi con la Cina ci sono 13 nostri vini tutelati, ma sono tutti del Nord. E le navi della via della Seta dovranno toccare solo i porti di Genova e Trieste, passando davanti a quelli meridionali. Da Torino a Pechino correrà un treno che congiungerà le due città in ventisei ore: esattamente il tempo che ci vuole da Torino ad Agrigento. Il Nord vende al Sud ogni anno merce per 70 miliardi, è tre volte l’esportazione del Nord in tutto il resto del continente europeo. E se il Sud smette di comprare?”.

Il video con l’intervento integrale.

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