A pochi chilometri da Piazza San Marco, a Venezia, sorge un luogo misterioso: Poveglia.
di Maria Carola Leone
LEGGI ANCHE: “Poveglia l’isola maledetta”, Premio alla regia per Mirko Alivernini
Nei secoli passati, Poveglia, fu un porto popolato e molto ricco. Un’immagine completamente differente rispetto a quella che offre oggi: è un’isoletta immersa nel verde, abbandonata a se stessa e chiusa al turismo.
Il processo di decadimento avvenne in concomitanza della guerra di Chioggia dove fu utilizzata come base militare per via della sua posizione. Una volta finito il conflitto, Poveglia fu rasa al suolo e la popolazione fu praticamente decimata.
Il lato oscuro dell’isola emerge a partire dal XVIII secolo quando divenne un luogo di quarantena sia per gli esseri umani e merci a causa dell’epidemia di peste. Proprio a causa di quest’ultima si trasformò anche in lazzaretto, una volta che gli ammalati venivano spostati a Poveglia e, purtroppo, decedevano venivano bruciati e sepolti in fosse comuni. Proprio in quegli anni nacquero leggende, storie e racconti macabri e inquietanti che avevano come protagonisti le persone colpite dalla peste.
Poveglia, sede di un manicomio
Narrazioni ricche di mistero crebbero tra il 1922 e il 1946. Periodo storico in cui l’isola divenne teatro di un edificio che, secondo notizie riportate in archivi storici, ospitò una casa di riposo per anziani. Molti sono convinti che in verità la struttura fu adibita come ospedale psichiatrico in quanto una pietra riporta la scritta ‘reparto psichiatria’ tuttora presente tra le rovine di Poveglia. Alcune leggende narrano che all’interno dell’edificio venissero praticate delle torture alle persone ricoverate.
Nonostante l’isola sia inaccessibile al pubblico, diversi sono i curiosi che la possono visitare. E’ necessario richiedere l’autorizzazione al Comune di Venezia (10 mesi prima almeno) oppure si va all’avventura grazie a qualche imbarcazione privata.