Le ragioni per il “Sì” al referendum costituzionale dell’on. Cristian Romaniello (M5S)

Per il fronte del “Sì” al referendum costituzionale abbiamo dialogato con l’On. Cristian Romaniello (M5S) Deputato e membro della Commissione Affari Esteri e Comunitari a Palazzo Montecitorio.

di Elisabetta Corsi

On. Cristian Romaniello (M5S)

Il 20 e il 21 settembre 2020, gli italiani saranno chiamati a decidere tramite referendum se vogliono ridurre i parlamentari o meno. Si passerebbe da 630 deputati a 400 alla Camera ed da 315 senatori a 200 al Senato.

Una modifica che entrerà in vigore dalla prossima legislatura e che non richiederà una modifica del sistema elettorale.

A tal proposito, Ragguagliami ha fatto un indagine social per sondare gli umori degli elettori e le intenzioni di voto. Se una metà degli intervistati ha risposto che voterà per risparmiare sui costi della politica, l’altra metà che voterà No al referendum ha motivato la sua scelta sostenendo che questa riduzione comporterà meno rappresentanza per la popolazione, nessun beneficio a livello di qualità, a fronte di un risparmio esiguo.

Per avere una visone d’insieme più chiara sul fronte del abbiamo dialogato con l’onorevole Cristian Romaniello del Movimento 5 Stelle.

– Onorevole Romaniello, cosa replica a coloro che temono una mancanza di rappresentanza?

La rappresentanza non dipende solo dal numero di eletti in Parlamento, ma anche da come si viene eletti e da quanti livelli di elezioni si ha. Il come, dipende soprattutto dalla legge elettorale, che io vorrei proporzionale, con uno sbarramento decente e un diritto di tribuna. In questo modo, ci saranno garanzie di rappresentanza. Oggi in molti stanno alzando le barricate sulla rappresentanza dei territori. Ricordiamoci di quante volte abbiamo visto eleggere i cosiddetti “paracadutati”, persone che nulla avevano a che fare con un territorio ma che venivano candidati in determinati collegi perché considerati “sicuri”.

– Vi può essere una scarsa funzionalità delle Camere?

Se vedessi l’indispensabilità di ogni deputato, voterei contro questa riforma. Invece, su quasi 50 deputati per commissione, spesso vedo la metà dei commissari presenti ai lavori. La mia speranza è che si punti più sulla qualità. Se ho meno posti dovrò mettere chi mi da più garanzie. Inoltre, per portare avanti un processo legislativo ci si imbatte in pratiche di rallentamento controllato dei lavori da parte di qualche forza politica. Una forza politica composta da 20 deputati potrebbe bloccare i lavori per giorni. E più si è, più si può mandare avanti coi tempi questo processo. Onestamente non vedo questo rischio. Capirei se si scendesse a 200 deputati ma 400 non ti toglie funzionalità.

– Tanti non ne vedono un risparmio effettivo, lei cosa ci può dire in merito?

È stato calcolato moltiplicando il numero degli eletti che non ci saranno più X indennità, rimborsi, diaria, spese per uffici e quant’altro. Sì, si risparmierà un caffè. È un caffè che può essere destinato per aprire ospedali. È un caffè da circa 100 milioni l’anno. Un caffè non è mai speso male se è speso per la democrazia, ma in questo caso non c’è taglio alla democrazia.

– Secondo molti basterebbe solo tagliare gli stipendi e i privilegi dei parlamentari, senza dimezzarli a livello numerico, che ne pensa?

 I privilegi sono stati toccati da quando siamo entrati noi 5 Stelle in Parlamento. Pensiamo a vitalizi o costi colossali degli immobili affittati per i parlamentari. Sugli stipendi, a me andrebbe bene se tutti i parlamentari si tagliassero lo stipendio come faccio io. 

– Chi è contrario alla riforma, asserisce che non è vero che siamo il paese europeo con maggior numero di parlamentari e che voi tenete in conto solo le camere elettive, lei che ne dice?

Beh, chi non è eletto ti rappresenta? O ti rappresenta chi scegli? L’argomento del No, in questo caso, non ha proprio senso.