La mostra è ripartita in dodici sezioni, in cui circa 200 opere tra dipinti, arazzi, volumi, modelli e altri manufatti illustrano giardini celebri in Europa dal Cinquecento all’Ottocento.

La mostra “Viaggio nei giardini d’Europa da la Notre a Henry James” presente nella sala delle arti della Reggia di Venaria fino al 20 ottobre è un vero e proprio viaggio attraverso i secoli nei giardini di tutta Europa.
La mostra è ripartita in dodici sezioni, in cui circa 200 opere tra dipinti, arazzi, volumi, modelli e altri manufatti illustrano giardini celebri in Europa dal Cinquecento all’Ottocento: dalle geometrie di quelli italiani alle fughe all’infinito di quelli francesi, al pittoresco delle composizioni inglesi.
L’esposizione affronta il tema del giardino con un approccio inedito e originale: è la prima volta che la tematica viene trattata prendendo spunto dalle osservazioni dei viaggiatori tra Cinquecento e Ottocento.
Il viaggio inizia con Montaigne che ci accompagna per i giardini italiani del Cinquecento, tra grotte, automi e giochi d’acqua, mentre nel secolo successivo incontreremo André Le Notre che illustrerà la diffusione in Europa di un nuovo modo di concepire complessi su grande scala, apprezzati da piccoli e grandi Re Sole.
Con l’affermazione del giardino inglese, l’Inghilterra insieme alla Francia e all’Italia comincia a costituire un forte richiamo per i giardinieri e architetti, tra questi lo svedese Frederik Magnus Piper e l’italiano Francesco Bettini.
A fine Settecento i viaggi degli aristocratici, i Conti del Nord, eredi al trono di Russia e il Principe di Ligne ci portano nei maggiori giardini europei per i quali non esitano ad esprimere anche giudizi a volte pungenti.
In quegli anni nasce anche la pratica del Grand Tour in Italia e così sono protagonisti anche i giardini della penisola, tra i visitatori troviamo il “presidente” Charles de Brosses, Stendhal che attraversa tutta l’Italia fino a Napoli e Goethe che si spinge fino in Sicilia. Fino ad approdare nell’Ottocento e Novecento con due viaggiatori americani d’eccezione, Henry James ed Edith Wharton ed il nostro paese si conferma ancora una volta terra di ispirazione per quelli d’oltreoceano.

La mostra si conclude con un viaggio nel sistema dei giardini delle residenze reali sabaude, specchio dei diversi modi di progettare la natura nei secoli. L’inizio invece è una piccola ouverture prima di iniziare il viaggio nei giardini reali, si vaga per i giardini ideali in diverse arti e con diversi significati.
Il primo personaggio che incontriamo Michel de Montaigne, precursore dei Grand Tour, mostra vivo interesse per le grotte, le fontane, i giochi d’acqua, le musiche e i suoni, gli automi generati dall’energia idrica. Si sofferma in particolare sui giardini medicei e su quello di Villa d’Este a Tivoli (famoso per i giochi d’acqua).
André Le Notre che contribuì alla diffusione del giardino “alla francese” su vasta scala come efficace immagine del potere e come ibridazione del giardino italiano con la cultura, la società e la terra francese.
Tra i pittori del Grand Tour troviamo il francese Hubert Robert, che compì questo viaggio per perfezionarsi e rimarrà influenzato dalle antiche rovine e dai giardini di Roma. Sarà tra i collaboratori nella realizzazione dei giardini del Petit Trianon a Versailles, residenza donata da Luigi XVI alla moglie, la regina Maria Antonietta. Il giardiniere dilettante Francesco Bettini invece nel Settecento contribuirà a introdurre il giardino all’inglese a Roma.
Gli eredi al trono di Russia, Paolo Romanov e Sofia Dorotea di Wurttemberg visitarono diversi giardini in un percorso che si snoda tra Polonia, Austria, Italia, Francia, Paesi Bassi e Germania traendo ispirazione per la loro residenza di Pavlosk.
Charles De Brosses nel suo Grand Tour annoterà come i giardini italiani siano in stato di abbandono e con scarsa manutenzione. Ma rimarrà affascinato dai terrazzamenti dell’Isola Bella sul Lago Maggiore, noterà quelli di Genova in quanto pensili e ricchi di grotte e fontane. A Roma tra i luoghi preferiti avrà Villa Borghese e soprattutto Villa Pamphilj. Sembra che la sua occupazione fosse quella di passeggiare per i parchi divertendosi con i getti d’acqua.
Il grande scrittore tedesco, Goethe arriverà in Italia considerandola un luogo edenico, diciamo un paese dei sogni che aveva idealizzato fin dalla tenera età a seguito dei racconti del padre. Farà un lungo viaggio per la penisola di cui scriverà anche un libro e le passeggiate faranno nascere in lui la passione per il disegno.
Stendhal ammirerà l’Arena di Milano (Il “circo”), i giardini della Montagnola a Bologna e il Pincio a Roma. L’amore per Milano si estende anche alla Lombardia e ai dintorni (es. Villa Litta a Lainate o Villa Cusani Traversi a Desio). Anche lui rimarrà affascinato dai giardini di Roma, tra i quali Villa Borghese ma soprattutto villa Ludovisi definita “una delle cose più belle al mondo”.

Il nostro viaggio termina con gli americani Henry James e Edith Wharton, il primo si soffermerà sui giardini di Venezia, nascosti alla vista ma che si specchiano e sembrano liquefarsi nei canali. Una forte potere di attrazione è rappresentato dalle ville medicee senza dimenticare il Giardino di Boboli che incarna lo spirito del luogo. Rimarrà incantato dalle ville romane ma soprattutto da Villa D’Este a Tivoli. Mentre la Wharton contribuirà in maniera determinante alla fortuna del giardino italiano ottocentesco.
Tra i giardini sabaudi non si può non citare proprio quello della Reggia di Venaria Reale che dopo i restauri e il recupero della reggia, si presentano oggi come un connubio tra antico e moderno, un dialogo virtuoso tra tracce archeologiche e opere contemporanee.
Come dichiarato da Edith Wharton nel suo diario: «Il viaggiatore che ritorna dall’Italia, con gli occhi e la fantasia colmi dell’ineffabile magia del giardino italiano, sa di essere stato stregato»
Biglietti: Intero 12 euro; Ridotto: 10 euro per gruppi di minimo 12 persone, over 65; Ridotto: 6 euro per Under 21 e universitari under 26; scuole: 3 euro con classi minimo di 12 studenti, ingresso gratuito per 2 accompagnatori ogni 27 studenti e gratuito per i minori di 6 anni. L’ingresso è compreso nel biglietto Tutto in una Reggia: 25 euro (comprende visita alla Reggia, ai Giardini e alle mostre in corso) o nell’ambito di altri eventi ed aperture speciali come Sere d’Estate alla Reggia del costo di 18 euro.
Per maggiori informazioni e prenotazioni: tel 0114992333 oppure www.lavenaria.it