“Run” degli One Republic è una vera e propria rincorsa tra carrelli, set cinematografici, riprese e shooting in studio, entrate a effetto e crane. Un omaggio alla settima arte e a quel cinema classico di cui gli Stati Uniti sono e restano maestri e alfieri indiscussi.
di Renato Aiello

Molto attivo sui social e in particolare su Instagram, Ryan Tedder, leader e frontman degli One Republic, pubblica spesso immagini di Capri e delle meraviglie d’Italia, paese a cui è molto legato e al quale dedicò anche un post, non appena fu annunciato il nostro lockdown nazionale del 2020. Gli farebbe molto piacere sapere, pertanto, che l’isola azzurra sta per diventare a tutti gli effetti covid free. In attesa delle date italiane 2022 del nuovo tour della fortunata band statunitense, Tedder e i suoi One Republic sono tornati almeno su tutti i canali social e di videosharing col nuovissimo singolo “Run”, che in meno di una settimana ha già scalato i vertici e le classifiche in America, e che conta al momento un milione e più di 300 mila visualizzazioni su YouTube.
“Run” è tra le migliori canzoni mai prodotte dalla band, preceduta un anno fa dalla toccante “Better days”, dedicata al mondo travolto dal virus. Abituati da sempre a perle di videoclip come la trascinante “Love Runs Out” o l’ipnotico “Feel Again”, senza dimenticare la famosissima “Counting Stars”, “Run” è una vera e propria rincorsa tra carrelli, set cinematografici, riprese e shooting in studio, entrate a effetto e crane. Un omaggio alla settima arte e a quel cinema classico di cui gli Stati Uniti sono e restano maestri e alfieri indiscussi. Scorrono infatti carrellate, campi lunghi e medi di un set indaffaratissimo, mentre i suoi compagni girano su jeep e golf cart o sono impegnati essi stessi con costumi del ‘700, fogge gladiatorie, tutine verdi da motion capture o in scene d’azione.
La canzone parla di un ragazzo sognatore, sempre in fuga nella grande città (Run, run, run!) tra mille difficoltà economiche (pay, pay, pay), il quale però non rinuncia a “colpire il muro” (hit that wall) per guardare il sole nascente (rising sun). Del resto se si impara la lezione e si contano le benedizioni (learned one lesson, count my blessings), tutti possono farcela e trovare fortuna.
Quasi una metafora dell’America post covid nell’era Biden, alle prese con una rinascita economica e una sconfitta della pandemia ancora in corso. Certo il dorato mondo del cinema (all that glitters don’t turn to gold) e quelle luci carine da ammirare (staring lights that look so pretty) possono illudere, il cielo poi – dicono – potrebbe cadere (they say the sky might fall) e un giorno si potrebbe perdere tutto (lose it all), ma fino ad allora perché non divertirsi un po’ (fun) con ciò di cui abbiamo veramente bisogno? Quel muro da abbattere nella vita per riuscire a vedere il sole ricorda un po’ le colline da scalare nella canzone di apertura di “La La Land” (Another day of Sun), musical non a caso dedicato alla Hollywood dei sogni e delle aspirazioni giovanili.
Il cinematografo si conferma sempre come un potente correlativo oggettivo delle vicende umane, e sappiamo bene quanto il settore dello spettacolo sia stato colpito in primis dalla crisi sanitaria, soprattutto in America dove hanno spostato addirittura le date dei premi Oscar e dei Golden Globe per consentire alle pellicole in gara di tornare in sala. Le citazioni cinefile in “Run” non si contano: da un improvvisato “Singing in the rain” il bel Ryan Tedder salta poi in studio per interpretare un simil “Tom Cruise” in Top Gun, il Gordon Gekko di “Wall Street”, un James Dean ribelle e persino, en travesti, quella che a molti millennial appare come la temibile professoressa Umbridge della saga di Harry Potter, ma che a un occhio più esperto fa tornare in mente l’indimenticabile “Tootsie” di Dustin Hoffman, commedia capolavoro di Sydney Pollack. Il protagonista sbuca poi in un western dal sapore “spaghetti”, con tanto di duello finto, fino a strizzare l’occhio in camera nel finale sull’alto di un crane, tra le luci e i fari di un set ormai notturno, pronto a ricominciare il giorno dopo.