San Vincenzo al Volturno, non soltanto un monastero ma un vero e proprio quartiere produttivo

Luogo unico in Europa per la conoscenza del patrimonio storico-artistico alto-medievale.

di Elisabetta Corsi

Si è conclusa la campagna di scavo del 2019, sul sito di San Vincenzo al Volturno, antica abbazia benedettina, che rappresenta uno straordinario tesoro storico-artistico della provincia di Isernia.

Lo scavo condotto dall’Università Suor Orsola Benincasa, con il sostegno del Museo Archeologico Nazionale di Napoli e in collaborazione con la Soprintendenza ABAP e il Polo Museale del Molise.

L’indagine effettuata con tecnologie avanzate (in particolare le immagini scattate da drone equipaggiato con fotocamera a infrarossi e termica), ha permesso di accertare l’estensione verso Sud del complesso archeologico: non soltanto un monastero, ma un vero e proprio quartiere produttivo, dove erano conservati forni per vetri, laterizi e metalli, andava ben oltre il perimetro del chiostro centrale.

Inoltre, si è capito che nel corso della ricostruzione avvenuta tra la fine del X secolo e la prima metà del successivo, davanti ed ai piedi della Basilica Maggiore, fu costruito un quadriportico, con funzioni di diaframma fra l’esterno e l’interno dello spazio monastico.

Il sito archeologico di San Vincenzo al Volturno conferma così la sua importanza come luogo unico in Europa per la conoscenza del patrimonio storico-artistico alto-medievale, soprattutto grazie ai risultati messi in evidenza dagli scavi estensivi condotti in loco.

Il direttore del Museo, Paolo Giulierini dichiara: “Il sostegno del MANN a questo importante scavo rientra nella piattaforma di collaborazione  con l’Università Suor Orsola Beninacasa e le soprintendenze della Campania e del Molise. Un percorso iniziato con la mostra sui Longobardi e rivolto alla creazione, al MANN, di una  sezione dedicata al Tardo antico che raccoglierà  testimonianze  dal V al IX secolo d.C.”.

Sono intervenuti anche il prof. Federico Marazzi, responsabile scientifico del progetto di scavo nell’area archeologica e docente di “Archeologia medievale e cristiana” al Suor Orsola Benincasa: “Da oltre un ventennio, diverse generazioni di studenti dell’Università Suor Orsola Benincasa si sono formate professionalmente e scientificamente su questo cantiere, in alcuni casi raggiungendo poi esiti assai lusinghieri nelle loro successive carriere. Questo è accaduto perché San Vincenzo è una palestra di qualità impareggiabile per comprendere come inquadrare ed affrontare le indagini di un sito archeologico complesso, che arricchisce il quadro di approfondimento sulla civiltà dell’Alto Medioevo“ e Leandro Ventura, direttore del Polo Museale del Molise e Segretario Regionale ad interim per il Molise: “La rinnovata collaborazione con un’istituzione prestigiosa come il MANN e con l’Università Suor Orsola Benincasa è un segnale concreto circa la possibilità di fare rete sul territorio fra istituzioni diverse, per creare un sistema di reciproco supporto per la conoscenza e lo studio del patrimonio. L’esperienza e i notevoli risultati delle comuni attività di ricerca degli anni appena trascorsi consentono di sottolineare l’efficacia di questa collaborazione che, quindi, non risulta solo formale.

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