“Fai il medico”, dicevano, “avrai il futuro assicurato”.
Sembra passato un secolo da quando all’interno dei poli universitari, dei policlinici e degli ordini professionali, ci si batteva per togliere potere ai vecchi “Baroni”, da quando si smantellavano intere dirigenze ospedaliere “a conduzione familiare”, eppure, a distanza di pochi – pochissimi – anni, il diritto di concludere la propria formazione è messo ancora una volta in discussione.
È passato ormai più di un anno (maggio 2016) dall’emanazione dell’ultimo bando per l’accesso alle Scuole di Specializzazioni da parte de Ministero di Università e Ricerca (MIUR). Nel frattempo, più di quindicimila camici “grigi” si trovano nel logorante limbo di chi ha impiegato sei anni (almeno) per giungere alla tanto agognata laurea e mesi per ottenere l’abilitazione alla professione medica, per affrontare poi un mondo lavorativo “amputato”, precario e talvolta frustrante, senza poter accedere al fondamentale passaggio conclusivo della propria formazione, quello che una facoltà a numero chiuso come quella di Medicina e Chirurgia deve garantire (come succede già in molti altri paesi europei, tra tutti Francia e Spagna).
In questa giungla fatta di comunicati più o meno realistici, di indiscrezioni e di informazioni mai del tutto chiare e spesso parziali, diverse associazioni di giovani medici, tra tutte, Mediciniformazione e Chi si cura di te?, tentano di mettere pressione, per quanto possibile, alle Ministre Fedeli e Lorenzin, utilizzando i social (ad esempio il twitter mob che si sta tenendo in queste ore) ed organizzando manifestazioni per far sì che la questione che attualmente sembra interessare solamente una fetta della categoria medica, giunga all’attenzione dell’opinione pubblica.
In una lettera firmata da oltre 800 tra studenti e medici neo-laureati, indirizzata alle principali testate giornalistiche si riportano i dati emersi fino ad ora:
- Una assurda diminuzione dei contratti di specializzazione stanziati dal ministero della Salute che sarebbero passati dai 6.133 dell’anno scorso ai 6.105 attuali (cifra in attesa di verifica ministeriale), cui vanno aggiunte circa 1000 borse per la formazione specifica in medico di medicina generale; non servono grandi competenze matematiche per comprendere come le circa 000 borse stanziate non siano minimamente sufficienti per garantire la formazione degli oltre 15.000 candidati.
- Una rilevante modifica nell’iter ministeriale nella proposizione delle regole concorsuali che normalmente vengono enunciate in un bando ufficiale nel mese di maggio cui segue, a 60 giorni dall’emanazione dello stesso, il concorso; attualmente non c’è traccia del bando e tanto meno si conoscono le tempistiche concorsuali.
- La notevole influenza del parere del Consiglio di Stato sul nuovo regolamento concorsuale che, secondo le fonti ufficiali ministeriali, si sta manifestando, in fase consultiva, non del tutto favorevole. Ovviamente tutto ciò, allo stato attuale, non farà che rallentare ulteriormente le tempistiche di emanazione del bando.
- Il nuovo processo di accreditamento richiesto alle Scuole di Specializzazione non è ancora stato completato ed è a tutt’oggi al vaglio del ministero della Salute.
La risposta istituzionale è arrivata a nome dell’Onorevole Filippo Crimì, deputato che si è occupato della formazione medica in questa legislazione, il quale è intervenuto in merito ad un articolo comparso sul Corriere.it il 19 agosto, ribadendo quello che, in fondo, si sapeva già: il ritardo dell’emanazione del bando è dovuto alla necessità di modificare alcune delle regole di accesso alle Scuole di Specializzazione, modifiche richieste a gran voce dalle associazioni di giovani medici e accolte favorevolmente dalla Ministra Fedeli. Inoltre le procedure di accreditamento delle Scuole di Specializzazione sarebbero estremamente lente e complesse.
Secondo l’Onorevole “l’Osservatorio nazionale delle scuole di specializzazione ha fatto un grande lavoro per analizzare tutta la documentazione inviata dalle università italiane per l’accreditamento delle scuole di specialità. Manca, tuttavia, che il ministero della Salute emani i decreti di accreditamento delle strutture che compongono le reti formative delle scuole nella loro globalità.”.
Crimì prosegue attribuendo tale rallentamento proprio al Ministero della Salute, mentre per il MIUR “nulla osterebbe al fine di rendere operative le sue riforme in questione”.
Insomma, ancora una volta sembra che i giovani medici, oltre a dover affrontare lunghi anni di sacrifici personali, familiari, economici, si trovino a dover affrontare anche i rallentamenti e le incertezze di una burocrazia che mette i bastoni tra le ruote. Sembra sia impossibile ottenere un bando ed operare un censimento delle Scuole di Specializzazione in tempi che non penalizzino medici che hanno il sacrosanto diritto di immettersi in un mondo lavorativo che riconosca i loro sforzi. Davvero qualità e puntualità sono mutuamente esclusive? Non resta che attendere pazientemente i nuovi sviluppi.
Update: corriere.it, in questo articolo pubblicato nella serata di ieri, domenica 20 agosto, pone un dubbio ancora più grande sulla possibile imminente uscita del bando, poiché, come riporta l’articolo ben 135 Scuole di Specializzazione sparse per tutta l’Italia non sono state considerate idonee per l’accreditamento dall’Osservatorio nazionale della formazione medica che anzi suggerisce “di non concedere alle 135 scuole universitarie l’autorizzazione a insegnare e a fare in contemporanea lavorare in corsia gli specializzandi in ospedali convenzionati con l’Ateneo.”.
L’articolo prosegue calando una scure ancora più pesante sugli standard di qualità di tutte le Scuole italiane poiché pare che “neppure la metà delle scuole sia davvero in regola (47,2%), altrettante (43,3%) sarebbero da autorizzare con riserva (devono dimostrare di avere i requisiti), il 9,4 % da bocciare (2 risultano non valutabili).”
Alla luce di queste nuove notizie le incertezze si moltiplicano e questa volta si deve guardare oltre che al futuro dei camici grigi che ancora non hanno avuto modo di accedere alla formazione specialistica, anche a quella dei “fortunati”, se così si può dire chi ha avuto la possibilità di accedere ad un proprio diritto, che stanno già frequentando magari una di quelle Scuole di Specializzazione che è stata ritenuta non accreditabile dall’Osservatorio nazionale della formazione medica.
Che fine faranno queste Scuole?
“Il futuro assicurato”, dicevano…