Il surreale teatrino politico televisivo all’insegna di birra ghiacciata e urla da stadio

di Marco Federico Guarnieri

“Dalla mattina a notte fonda non perse una tribuna politica, né un comizio elettorale, né un dibattito a 4, né un ping pong, né una tavola rotonda. Su tutti i canali esistenti pubblici e privati, e su tutti e tre i televisori di casa. Sballottato da tutte quelle informazioni e campane discordanti andò presto nel pallone più completo, e cominciò a soffrire di allucinazioni audiovisive!”

Questa era la voce narrante che accompagnava il Ragionier Ugo Fantozzi durante una delle sue maratone televisive in periodo di campagna elettorale. Il grande pregio di questa saga cinematografica  era quello di raccontare in maniera esasperata fatti surreali ma che lasciavano  trasparire un amaro fondo di verità.

Le elezioni politiche distano ormai poco meno di due settimane e non è possibile girare canale senza trovare un esponente della politica italiana che rigurgita numeri su numeri e tesi apparentemente inconfutabili, il tutto condito da un modo di fare che negli ultimi anni è andato via via peggiorando.

Non sperate di trovare in questo testo una qualsivoglia preferenza politica. Si tratta di un articolo super partes che però contiene una critica di base al panorama televisivo italiano.

La scorsa settimana le trasmissioni hanno dato il meglio (o peggio?) di sé: mercoledì 14 febbraio, su Rai1, Bruno Vespa faceva firmare a Silvio Berlusconi il “patto di San Valentino”: un nuovo contratto con gli italiani (ma la formula ormai è stantia); giovedì sera Paolo del Debbio su Rete4 intervistava Matteo Renzi offrendogli un caffè con tanto di siparietto “paghi lei, no paghi lei”, seguito poi dal sindaco di Roma Virginia Raggi seduta su una panchina e circondata da una scenografia in pieno stile La La Land, e, dulcis in fundo, Pier Luigi Bersani che nel frattempo sorseggiava birra seduto ad un tavolo d’osteria. Non si salva neanche La7: Formigli ha la tendenza a condurre Piazzapulita in modo sguaiato e totalmente irrispettoso verso i suoi ospiti trasformando il programma in una giungla in cui il pubblico è totalmente ingestibile ed urla e applaude a proprio piacimento; senza dimenticare la Gruber che conduce sì col sorriso e con modi pacati, ma che con le sue punzecchiature riesce molto spesso a far litigare i propri ospiti (lo scontro Salvini – Boldrini dei giorni scorsi ne è un esempio).

In tutto questo quadro d’insieme l’elettorato si sente spaesato, non rappresentato e sfiduciato. Basti pensare che la percentuale di astenuti si aggira, secondo i sondaggi, intorno al 30% (Euromedia, Emg).

Occorre recuperare serietà, puntare sui contenuti e meno sulle urla e sulle accuse. Si tratta probabilmente di un desiderio che rimarrà soltanto tale: viviamo in una società frenetica in cui si fa tutto di fretta e si è sempre arrabbiati ed impauriti e la televisione, ahimè, non ha fatto altro che adeguarsi a tutto ciò.

Foto: © Formiche.net.

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