Torino, al Museo Egizio la ricerca del profumo nei reperti

Tecnici del Museo Egizio di Torino,  chimici dell’ Università di Pisa e membri della SRA Instruments impegnati nella ricerca del “profumo” di una serie di reperti di 3500 anni fa.

di Elisabetta Corsi

Museo Egizio di Torino. Analisi SIFT-MS | Foto: Federico Taverni

Al Museo Egizio in questi giorni, la tomba di Kha e Merit è stata protagonista di un’indagine innovativa, mai eseguita in un museo fino ad oggi: la ricerca del “profumo” di una serie di reperti di 3500 anni fa e appartenenti al corredo funerario rinvenuto integro nel 1906 e che rimane uno dei principali tesori della collezione egittologica torinese.

Nel quadro di un progetto europeo di ricerca, un team di chimici dell’Università di Pisa, in collaborazione con gli archeologici e tecnici del museo, ha analizzato senza nessun prelievo, il contenuto di più di venti vasi. Ad essere “annusati” sono i composti volatili rilasciati nell’aria in concentrazioni estremamente basse (ultratracce) dai residui organici presenti nei contenitori al fine di identificarne la natura. Dai cibi contenuti in un piatto, per esempio, furono identificate come “verdura finemente triturata e impastata con un condimento” da Ernesto Schiaparelli, che scoprì la tomba intatta di Kha e Merit a Deir el-Medina. Per ora nessuna analisi ha confermato questa ipotesi ma neanche smentito, una risposta potrebbe arrivare dalla spettrometria.

L’esame è stato eseguito con uno spettrometro di massa SIFT-MS trasportabile, un macchinario che solitamente viene utilizzato in campo medico per quantificare i metaboliti del respiro e che solo recentemente ha dimostrato la sua utilità anche nel campo dei beni culturali per svolgere indagini preservando l’integrità dei reperti.

Sull’esame ha rilasciato un dichiarazione, Francesca Modugno, dell’Università di Pisa: “Per svolgere l’esame sono stati necessari alcuni giorni; infatti nella prima fase abbiamo chiuso ampolle, vasi e anfore in sacchetti a tenuta stagna in modo da concentrare il più possibile le molecole nell’aria. I dati saranno registrati nell’arco di due giorni, ma risultati delle analisi saranno disponibili tra alcune settimane, considerata la difficoltàà della loro interpretazione. Quello che ci aspettiamo di rilevare sono frazioni volatili di oli, resine o cere naturali”.

Museo Egizio di Torino. Analisi SIFT-MS | Foto: Federico Taverni

Anche il direttore del Museo Egizio Christian Greco ha commentato l’analisi: “Siamo orgogliosi di collaborare con i partner di questo progetto e di sperimentare nelle nostre sale l’utilizzo di una tecnica così sofisticata.  La ricerca è il cuore delle nostre attivitàà e sentiamo fortemente il dovere di sostenerla, pur garantendo l’integritàà della straordinaria collezione che abbiamo l’onore di custodire”.

L’indagine ha coinvolto il dottor Jacopo La Nasa e le professoresse Francesca Modugno, Erika Ribechini, Ilaria Degano e Maria Perla Colombini dell’Università di Pisa, il dottor Andrea Carretta della SRA Instruments e Federica Facchetti, Enrico Ferraris e Valentina Turina del Museo Egizio.

L’iniziativa rientra nel progetto MOMUS- Spettrometria di Massa SIFT portatile e identificazione di Materiali Organici in ambiente Museale,  realizzato con il sostegno della Regione Toscana e di SRA Instruments, che ha messo a sua disposizione lo spettrometro di massa e la sua esperienza.

Per maggiori informazioni: www.museoegizio.it

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