Riparte lo sport, riparte il Tour de France. Meteo sfavorevole, km estenuanti e asperità di Alpi e Pirenei. La maggior parte delle tappe dove si raggiungono cime superiori ai 2000 metri vedono spesso come protagonisti i ciclisti colombiani, atleti nati e cresciuti in altura.
di Clara Macheda
con Arianna Foschi
Finalmente la ripartenza degli eventi sportivi, dopo lo stop dovuto alla vicenda legata al Covid, permette agli amanti del ciclismo di vivere le emozioni che offre il Tour de France, ormai giunto alla edizione numero centosette.
Spesso i momenti di monotonia inevitabile delle tappe più lunghe sono l’occasione per fare interessanti considerazioni sulla preparazione atletica dei campioni che si trovano ad affrontare un tour di ben tre settimane durante le quali, ogni giorno, sono costretti a lottare contro i capricci del meteo, i chilometraggi estenuanti e nella settimana decisiva per la classifica generale, contro le notevoli asperità di Alpi e Pirenei.
Non sembra un caso quindi che la maggior parte delle tappe dove si raggiungono cime superiori ai 2000 metri vedano spesso come protagonisti i ciclisti colombiani, atleti nati e cresciuti in altura dove proseguono i loro allenamenti per buona parte dell’anno. Tra questi ricordiamo Nairo Quintana nato a Combita (2825 metri s.l.m.) che si è classificato per due volte secondo e una volta terzo al Tour, Esteban Chavez nato a Bogotà (2640 mt.) secondo al Giro d’Italia e terzo alla Vuelta a España, e Rigoberto Uran nato nel Dipartimento di Antioquia (1800 metri) che ha conquistato l’argento olimpico.
Una generazione di scalatori dalla classe limpida che prosegue con il talento del giovane Egan Bernal (anch’egli nato a Bogotà) che si è presentato al via della Grande Boucle con il dorsale numero 1, forte della emozionante vittoria dell’anno passato. Non solo Bernal comunque, tra i contendenti colombiani per la maglia gialla anche “il Condor” Nairo Quintana, il giovane Martinez (recente vincitore del Giro del Delfinato), Higuita, Miguel Angel Lopez, capitano dell’Astana, e uno dei senatori del gruppo, il già citato Uran.
Insomma, un Tour che nonostante sia orfano dei grandi campioni Froome, Thomas, Kruijswijck e Nibali, ha comunque tutte le potenzialità per emozionare anche grazie agli “escaladores” colombiani che certamente sapranno darsi battaglia già a partire dalle prime tappe alpine.
In attesa delle imprese epiche dei prossimi giorni, già la tappa di ieri con arrivo posto sulla sommità della salita di Orcieres-Merlette ha permesso ai commentatori di comprendere qualcosa di più sulle strategie di squadra e su quelle dei big che hanno iniziato a scoprire le proprie carte.
Il primo a tagliare il traguardo della quarta tappa (un GPM di prima categoria posto al termine di un’ascesa di 7.1 Km con pendenza media del 7%) è stato Roglic mentre Alaphilippe conserva la maglia di leader della classifica generale.