Il 23 marzo Giacomo Casaula sarà a Cava de’Tirreni (SA) presso il chiostro di San Giovanni con lo spettacolo “Il mondo indivisibile. Mare clandestino”; interpreterà Virgilio.

Giacomo Casaula è nato a Napoli nel 1992, laureato in lettere classiche all’Università “Federico II” di Napoli, attualmente è iscritto a filologia moderna sempre presso la “Federico II”. La sua tesi di laurea su Pier Vittorio Tondelli lo ha portato a fare il relatore a Correggio alla 15° edizione del “Seminario Tondelli” con l’intervento “Per un tentativo di lettura comparata. Liberti e libertini dalla Roma imperiale alla provincia emiliana”. È stato tra i vincitori del concorso letterario “premio Badia” di Cava dei Tirreni. Ha in progetto la pubblicazione di due romanzi. Con la collaborazione di Francesco Puccio, regista ed autore teatrale, mette in scena testi classici del mondo antico rielaborati in chiave moderna. Dal 2014 collabora con il Prof. Ettore Massarese, docente di storia del teatro presso la “Federico II”, con il quale ha partecipato ad una lectio magistralis sul teatro classico interpretando brani di Euripide, Aristofane e Plauto.
– Giacomo, grazie per l’intervista. Un giovane di grande cultura che passa dal teatro, alla letteratura, alla musica. Definisciti con tre aggettivi.
Utopista, generoso, determinato.
– Quali artisti del teatro e in genere ti hanno influenzato e forgiato maggiormente?
Indubbiamente un posto particolare nella mia formazione lo merita Giorgio Gaber, poi notevole peso ha avuto la cosiddetta scuola d’autore italiana che si è sviluppata maggiormente tra gli anni’60 e ’70 del’900 con Rino Gaetano e Fabrizio De André. Amo Troisi e Proietti.
– Come mai hai scelto il teatro-canzone, scelta non convenzionale per un giovane come te?
Ho scelto il teatro-canzone perché è il genere teatrale in cui riesco probabilmente a esprimermi meglio. È una forma con cui si può parlare a tutti, quindi non elitaria, ma al contempo comunicare contenuti importanti, in questo periodo addirittura urgenti. L’alternanza di monologhi e canzone non stanca, anzi tiene viva l’attenzione degli spettatori e in maniera gradevole lascia pensare.
– In realtà tu passi dalla letteratura, al teatro, alla musica, fondendo il tutto in un’unica grande passione. Da dove prendi ispirazione quando scrivi per questi tre generi?
Forse sarà un clichè, ma basta aprire una finestra, vedere la realtà che ci ruota intorno. Incrociare gli sguardi, gli odori, le contraddizioni. Credo poi che anche l’immaginazione nella sua forma più pura giochi un ruolo importante. Soffermarsi su tutto insomma, anche su quello che apparentemente ci può sembrare banale, alla Marcovaldo.
– Qual è secondo te il rapporto tra genere indie e teatro-canzone e teatro-classico?
In realtà non esiste un rapporto chiaro. Bisogna capire cosa si intende per indie, soprattutto negli ultimi 5-6 anni, l’indie è diventato un vero e proprio genere ma prima essere indie voleva dire non avere alle spalle una grande etichetta discografica, una major, mentre oggi è l’anticamera del pop di successo. Diciamo che il rapporto con il Teatro-canzone vorrei costruirlo io raccontando con questa formula la realtà di oggi attraverso uno stile moderno e contemporaneo.Il teatro classico è un capitolo importantissimo, formativo ed estremamente attuale, che costituisce testata d’angolo per ogni tipo di espressione artistica. Se si riflette, i grandi autori del teatro classico da Euripide a Pirandello hanno svolto un’analisi profonda sull’uomo, sul suo essere e su tutte le sue contraddizioni.
– Quali sono i tuoi progetti futuri?
Bollono in pentola grandi sorprese in questo periodo, sorprese grosse, presto vi svelerò più novità. La data prossima più vicina sarà il 23 marzo a Cava de’Tirreni (SA) presso il chiostro di San Giovanni con lo spettacolo ‘Il mondo indivisibile. Mare clandestino’ in cui teatro, danza, musica e fotografia raccontano un tema attualissimo, quello delle migrazioni, partendo dal viaggio di Enea, primo migrante della storia. Io interpreto Virgilio, autore dell’Eneide e padre letterario di Enea.Lo spettacolo, scritto e diretto da Francesco Puccio, è realizzato insieme alla compagnia ‘Antico fa testo’.