La frenesia delle nostre vite, la velocità a cui corriamo da una parte all’altra delle giungle urbane che ci siamo costruiti è nociva, ci fa del male. In questo caso non mi riferisco allo smog che respiriamo o a quando saltiamo i pasti o mangiamo cibo in scatola perché “non abbiamo tempo”, ma allo stress, un killer silenzioso, che definirei la malattia del ventunesimo secolo.
Lo stress ha forti legami con tumori e malattie cardiovascolari, infatti, alcuni studi attestano che con alti livelli di stress si ha il 67% di possibilità in più di morte. Il nostro stile di vita ancora una volta influenza in grandissima parte la nostra salute psico-fisica. Come possiamo, dunque, curare e soprattutto prevenire questa “malattia” di cui spesso ignoriamo la gravità? È stato condotto uno studio sul metodo shinrin-yoku, una pratica della medicina giapponese che consiste nell’immergersi in grandi spazzi verdi, foreste, per la precisione, come in un rilassante bagno. Gli scienziati, a riguardo, hanno scoperto che quando le persone passano alcune ore immerse nella natura ed in particolare in luoghi ricchi di alberi, hanno numerosi benefici , tra i quali concentrazioni inferiori di cortisolo, l’ormone che spesso viene associato allo stress, da ciò deriva un riposo migliore e una minore ostilità verso gli altri, inoltre si evidenzia una diminuzione della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna oltre che una miglioria del nostro sistema immunitario. Questa esperienza aiuta anche a riequilibrare i sensi, questi infatti quando sono in un ambiente naturale sono soggetti a numerosissimi stimoli: dai colori variegati, ognuno con una diversa sfumatura,ai profumi, fino ai suoni delle fronde degli alberi e al contatto con la terra. Tutto ciò permette al nostro corpo di raggiungere quei ritmi a cui naturalmente, per l’appunto, sarebbe predisposto. Non è un caso che questa pratica nasca proprio in Giappone, infatti, caposaldo di questa cultura è la visione dell’uomo e della natura come una cosa unica, profondamente interconnessi sia spiritualmente che fisicamente.
Risulta quindi che un valido rimedio ai problemi causati dalla nostra ansia di produrre e iperattività è quello di immergersi nei lenti ritmi della natura, ricongiungendoci con quello che più in profondità siamo: natura stessa.