Villa Giulia, il misterioso giardino iniziatico di Palermo

Le geometrie, l’illuminismo, il neoclassicismo e la riscoperta della natura del XVIII secolo a Palermo con la costruzione, nel 1977, di Villa Giulia. 

di Maria Carola Leone

Villa Giulia, il Genio di Palermo

Il XVIII secolo è ricco di geometrie, illuminismo, neoclassicismo e la riscoperta della natura. Anche la città di Palermo, da sempre capitale del Mediterraneo, fu permeata da queste caratteristiche. Quando i Borboni decisero di donare agli abitanti della città uno spazio verde fu realizzata nel 1777 Villa Giulia.

Il nome di questo giardino si deve a Giulia Guevara d’Avalos – moglie del Viceré Macantonio Colonna di Stigliano – progettata da Antonio La Grua e diretta dall’architetto Nicolò Palma. La Villa fu fatta costruire al di fuori delle mura del tessuto urbano sulla pianura di Sant’Erasmo, a pochissimi passi dal mare.

Lo spazio di questo luogo rappresenta sia un viaggio spirituale che esoterico. Sono sette gli ettari che formano una pianta quadrata di Villa Giulia. Sono presenti due ingressi, quello principale (in Via Lincoln) e quello in disuso sul lato del mare.

La villa è ricca di opere d’arte, tra cui la grande classicità espressa dalle statue ed architravi, molteplici sono le piante siciliane e sub-tropicali provenienti da tutto il mondo.

Due sono i leoni, sull’ingresso est, che proteggono due urne chiuse da un coperchio indicando che non è il momento della rivelazione in quanto avverrebbe solo alla fine del percorso interiore. A nord del giardino vi è una base pentagonale, allude alla stella fiammeggiante della massoneria, collocata a nord verso Monte Pellegrino.

All’inizio del percorso, il visitatore è giovane perché non è ancora in conoscenza del suo disegno personale. Uno dei busti, quello di un bambino moro, dà l’invito di andare oltre verso nuovi mondi. La figura di Apollo, invece, si conduce verso la luce cercando di comprendere il senso di questo viaggio.

Il Giardino della Memoria

Questo giardino è ricco di monumenti funerari ricco di personalità del passato quali: Teocrito, il fondatore della poesia bucolica, Empedocle, filosofo importante, Diodoro Siculo, grande storico, e Archimede. Singolare è la statua di Diogene uomo che vive al di fuori della città.

Alla fine del viaggio si arriva al Genio di Palermo, protettore della città nonché duca e garante della pace. L’opera, in marmo di carrara, fu realizzata nel 1778 da Ignazio Marabitti ed è inserita in una vasca circolare in pietra di Billiemi. Il genio ha sul petto un serpente (simbolo di salute e prudenza), sulla mano uno scettro (simbolo di regalità), al fianco un’aquila (rappresenta le vittorie militari) e sulla roccia a cui è appoggiato c’è una cornucopia (che è l’abbondanza).

Ai piedi della statua vi è una targa iscritta in latino che afferma “Prima Sedes, Corona Regis et Regni Caput”. 

Al centro della villa si trova l’Orologio del Dodeaedro, solare, progettato dal matematico Lorenzo Federici. La statua è sorretta dalla statua di un giovane che tiene questo particolare orologio.

Villa Giulia ci aiuta a capire il percorso dell’essere umano. Ognuno di noi ha un tempo personale che non può essere modificato.

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