“Il dramma delle vittime degli incidenti sul lavoro ancora oggi ferisce la nostra società. Garantire a tutti la possibilità di lavorare in un ambiente sicuro è scelta di civiltà. L’attenzione per ciò che può costituire pericolo per la salute del lavoratore non può mai venire meno e deve, anzi, essere oggetto di continuo aggiornamento”. Esordisce così il Presidente della Repubblica nel messaggio inviato al presidente dell’ANMIL, Franco Bettoni, in occasione della 68^ Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro. “Nell’efficacia delle tutele – prosegue Sergio Mattarella – “emergono specificità legate a particolari ambiti lavorativi: da queste esperienze deve venire una spinta verso una prospettiva di omogenea ed elevata sicurezza, nonché di salubrità di tutti gli ambienti di lavoro”. “A dieci anni dall’entrata in vigore del Testo Unico sulla Sicurezza si registrano ancora percentuali inaccettabili di irregolarità, conferma di come ci sia ancora molta strada da fare per diffondere la cultura della prevenzione, un’opera in cui è meritoriamente impegnata l’ANMIL”. “Oggi, come ogni anno, – conclude il Capo dello Stato – la Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro viene commemorata in tutte le provincie di Italia. Desidero salutare tutti i partecipanti a questo appuntamento, giunto ormai alla sua sessantottesima edizione, con l’augurio che il miglior successo della celebrazione odierna diventi il superamento dell’urgenza che ancora oggi la genera: il lavoro non può e non deve mai generare vittime o causare infermità”.
Associazione Nazionale fra Mutilati ed Invalidi del Lavoro: “Numeri preoccupanti”
“Approfondendo i Dati INAIL – precisa il presidente Bettoni in una nota dell’Associazione – si scopre che a partire dal 2015, con la ripresa dell’occupazione, le denunce di infortunio sono cresciute dalle 637.000 unità circa alle 641.000 del 2017, con un incremento dello 0,6% e, anche per il 2018, sembra profilarsi un andamento infortunistico in linea con questa tendenza. Ma tale crescita appare ancora più rilevante e significativa se guardiamo l’età dei lavoratori da cui emerge che, nello stesso triennio 2015-2017, sotto i 35 anni c’è un incremento di infortuni del 2,2% (da circa 167.000 a 191.000), più che triplo rispetto a quello medio. Così come a livello generale va detto che, per i giovani lavoratori, gli infortuni mortali si mantengono su quote ancora molto elevate: 192 casi nel 2015 ed altrettanti nel 2016, con un calo nel 2017 che potrebbe però risultare solo apparente o quantomeno ridimensionato, trattandosi di un dato ancora provvisorio e non consolidato”.